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L'arbitro L'arbitro Hot

L'arbitro

Cast, Crew, Infos - Cinema

Titolo originale
L'arbitro
Sceneggiatura
Barbara Alberti, Paolo Zucca
Interpreti
Stefano Accorsi, Geppi Cucciari, Francesco Pannofino, Marco Messeri, Benito Urgu, Jacopo Cullin, Gregoire Oestermann, Quirico Manunza, Marco Cadau, Andres Gioeni, Gustavo De Filpo.
Nazionalità
Anno
Durata
96

L’arbitro ha inaugurato a Venezia le Giornate degli Autori con buon successo soprattutto di pubblico. Paolo Zucca per la sua opera prima è andato sul sicuro sviluppando l’omonimo cortometraggio, vincitore nel 2009 del David di Donatello e del Premio Speciale della Giuria a Clermont-Ferrand, il più importante festival del cortometraggio in Europa. Bianco e nero in ambedue i casi, forse più interessante il corto in cui un budget inesistente aveva costretto il quarantunenne autore a inventarsi inquadrature più originali per ovviare alla mancanza di location e per l’utilizzo di apparecchiature di ripresa meno sofisticate di quelle ora a sua disposizione. Una per tutte, quando i tifosi inferociti guardano verso l’obiettivo riempiendo coi loro volti furibondi scena che nel film attuale è sostituita da una più semplice e meno efficace inquadratura del gruppo sullo sfondo del campo di calcio.

La scelta di mantenere come direttore di fotografia Patrizio Patrizi ha comunque permesso un ulteriore coesione stilistica e narrativa tra i due lavori. Partiamo proprio dalle immagini, in un espressivo bianco e nero basato su dialoghi ed inquadrature che ricordano nello sviluppo visivo il Cinico TV di Ciprì e Maresco con un uso deformante delle immagini, ma usate unicamente per disegnare un approfondito e credibile ritratto di una Sardegna che viene raccontata come un’isola dura, selvaggia e piena di segreti difficile da penetrare. Vi è la scelta di considerare il lungometraggio come un tutt’uno col corto di cui il film è un prequel di quanto visto nel corto. Alcune scene sono prese pari pari, come il dialogo tra l’arbitro ed il presidente da cui può dipendere il suo futuro, la partita che deciderà l’esito del campionato, la festa nel paese coi sapori della sagra: scelte meditate di Zucca per dare unione ai suoi due lavori. Il titolo potrebbe ingannare poiché, pur essendo uno dei personaggi principali, l’arbitro è solo parte di una storia fatta di faide, di violenza, di sopraffazione sociale e morale. E’ importante il continuo scontro tra il proprietario terriero, giocatore e sponsor del Montecrasto, con i suoi contadini trattati come servi che giocano nel Atletico Pabarile; la squadra del ricco latifondista è sempre tra le prime della terza categoria, l’altra da sempre ultima. Questo ironizzare sul mondo del calcio, cruccio e delizia di milioni di tifosi, è particolarmente riuscita e vuole dimostrare, riuscendovi, che non esiste luogo o categoria in cui questa malattia non crei dissapori anche drammatici. Paolo Zucca, coadiuvato dalla co-sceneggiatrice Barbara Alberti, all’interno della squadra degli eterni perdenti ha inserito le maggiori varianti e l’appoggio per lo sviluppo di una love story inesistente nel corto. L’allenatore non vedente, interpretato con grottesca bravura da Benito Urgu, con un’umanità che ha il suo coronamento nella scena finale e mai raccontato con pietismo, è il personaggio che più ci è piaciuto per l’illogicità apparente ma per la credibilità di situazioni all’estremo che nei campionati dilettantistici potrebbero accadere. A lui la sceneggiatura ha regalato alcune delle scene più belle, quali ad esempio le lezioni di tattica. Questo attore è un artista a 360 gradi che nella vita ha fatto proprio tutto, dal cantante di buon successo al cabarettista, dall’intrattenitore in feste di piazza al perfetto complice di Chiambretti in Prove tecniche di trasmissione, dall’attore al tuttofare nel Circo Armando dove ha trascorso vari anni della sua vita dopo essere scappato di casa a diciotto anni; lui considera questa esperienza come la sua università dove ha imparato tutto sulla comicità. Jacopo Cullin, attore qui alla sua prima prova importante, vive in maniera perfetta il suo ruolo di emarginato andato lontano assieme alla famiglia sempre irrisa dai compaesani e tornato con le pive nel sacco. Per lui tutto cambia in meglio perché sa giocare al calcio e questo lo trasforma in un eroe. Qui il regista avvia una vera denuncia sul mondo del calcio o genericamente dello sport e dello spettacolo in cui tutto è possibile. Franco Fais interpreta sia nel corto che nel film lo stesso personaggio, il numero sei che perpetra la tragica faida familiare durante gli ultimi minuti della partita, sul campo, davanti a tutti. Mimo di grande bravura, col suo sguardo, duro e determinato, non ha bisogno di parole per essere inteso. Le storie sono tre: il tifo per le due squadre di terza categoria, la faida tra giocatori che porta alla morte, un principe del fischietto che non si accorge di essersi fatto corrompere e perde tutto. Stefano Accorsi, Geppi Cacciari e Marco Messeri sono un po’ deludenti, bravo come sempre Francesco Pannofino nel ruolo di un arbrito corrotto.

 

 

 

 

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opinioni autore

 
L'arbitro 2013-09-17 11:16:08 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
7.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    17 Settembre, 2013
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