Come ti spaccio la famiglia è una commediola per tutti che l’aggiunta di situazioni e di un linguaggio scabroso hanno trasformato in un prodotto di cui è difficile individuare il target. Giudicata restricted (17 anni) negli Stati Uniti, rappresenta un esempio molto chiaro di come i produttori privilegino storie banali interpretate da attori più o meno noti contrabbandandole per vicende di interesse sociale. Il protagonista è un venditore d’erba benvoluto da tutti i clienti che comprendono anche tranquille casalinghe e bravi impiegati.
Da sempre si è posto il limite morale di non vendere a ragazzini e di evitare le droghe pesanti, ma gli rubano ottantamila dollari e lui, per evitare di essere ammazzato dagli scagnozzi del suo capo ed ex compagno di college, accetta di fare passare un ingente carico di droga dal Messico agli Stati Uniti. Crea una finta famiglia composta da due vicini e da una ragazzina sbandata, affitta un camper ed inizia l’avventura. Inutile dire che la mamma, spogliarellista in disarmo che rifiuta di prostituirsi, il ragazzino tonto a cui un ragno fa gonfiare le parti intime a dismisura, la ragazza punk e il nostro eroe divengono presto una vera famiglia. Non entriamo nei dettagli di una sceneggiatura senza fantasia che prevede anche un agente della DEA in vacanza che aiuta i nostri eroi a superare la frontiera. Sicuramente chi ride è arrivato al cinema ben disposto. Il regista trentottenne Rawson Mashall Thurber, il cui film più noto è Palle al balzo – Dodgeball (Dodgeball: A True Underdog Story, 2004), sembra terminare il suo compito nella preparazione di questa avventura attraverso l’incontro degli improbabili appartenenti alla famiglia e l’inizio di un viaggio su di un Camper lungo 12 metri che non dovrebbe dare nell’occhio (!!). Gli equivoci, gli pseudo colpi di scena, l'adolescente con i testicoli in fiamme, gli esercizi pratici in cui le finte madre e sorella gli insegnano come si bacia, lo spogliarello che ha una coreografia e una sensualità degna di una scena casalinga improvvisata per You-Tube sono raccontati in maniera stanca, senza mai ottenere un vero coinvolgimento. Dopo parecchi anni di scarsi successi cinematografici, si immagina che il regista abbia voluto intensamente questo film sperando di rinverdire il successo ottenuto nove anni prima con la commedia interpretata da Ben Stiller. Tra quel personaggio e il piccolo spacciatore a cui da vita Jason Sudeikis ci sono punti di contatto ma le atmosfere delle notti vissute alla grande del primo, qui sono solo ombre senza spessore. Poco convincente come sempre Jennifer Aniston con movenze da elefante entrato in una cristalleria piuttosto che una spogliarellista di sordido locale di lap-dance. Gli altri, tutti, sono dotati di ottima buona volontà ma la sceneggiatura scritta ad otto mani non li aiuta, mai.