Il trentaseienne James Wan, nato in Malesia ma trasferitosi a 14 anni in Australia con la famiglia dopo la morte del padre, è sicuramente uno dei più interessanti registi del cinema popolare statunitense, soprattutto nel genere horror o, meglio, della paura. E’ bravissimo nel realizzare prodotti a basso budget che hanno come pubblico di riferimento quello giovanile e con L'evocazione - The Conjuring (The Conjuring) lo dimostra ulteriormente. Una gavetta di lusso con film quali Saw - L'enigmista (Saw, 2004) o Insidious (Insidious, 2010) è stata alla fine premiata da Hollywood, che gli ha affidato il settimo capitolo di Fast & Furious grazie all’intercessione del protagonista-produttore Vin Diesel che cerca sempre nuovi input per fare vivere in eterno questa saga.
Per dire delle intuizioni di questo autore, è stato lui a dare il via al sottogenere del torture porno in Saw e, sempre in coppia con il coetaneo australiano Leigh Whannell, ha riportato al successo quello delle case stregate con Insidious (2010). E’ tra i pochi autori che sa leggere nell’inconscio dello spettatore, capendo cosa lo fa ridere, cosa gli fa paura, cosa vuole realmente vedere. Questa sua intuizione ne fa, ormai, uno dei registi più coccolati: lavora con interpreti poco noti, gira con un budget ridicoli e incassa moltissimo. Questo nuovo lavoro è simile a Insidious, come vicenda, ma tutto è visto con l’ottica dei cacciatori di spettri. I detective dell’inconscio Ed e Lorraine Warren, precursori delle tecniche di registrazione e ripresa degli spiriti, sono stati chiamati in aiuto in casi importantissimi come il noto Amityville Horror (1979), hanno tenuto centinaia di conferenze e sono stati autori di libri importanti. I popolari demonologi attivi dagli anni Cinquanta in poi, hanno percorso un po’ tutti gli Stati Uniti per liberare centinaia di vittime innocenti dalle forze del male e raccontare le loro esperienze col paranormale. Da qui il soggetto del film prende spunto per raccontare una storia simile a tante con donne possedute da Satana e da loro vissuta in prima persona. Al pubblico di oltreoceano questo sigillo di verità piace, e hanno decretato al film un grande successo. Le reazioni qui da noi di un pubblico che ama lo splatter sono altalenanti: James Wan è un creatore della paura, non necessariamente un autore di horror, è raffinato ed usa ben pochi effetti per ottenere la giusta tensione narrativa. Questa volta non è autore né del soggetto né della sceneggiatura, ma chi ha li ha scritti lo ha fatto rispettando il suo stile narrativo. L’ambientazione inizio anni settanta è molto curata e ci porta immediatamente a L’esorcista (The Exorcist, 1973) o a Rosemary's Baby - Nastro rosso a New York (Rosemary's Baby, 1968) in cui si era imposto il credo dell'esistenza fisica e concreta di quel Male che la Chiesa chiamava Diavolo. Il film di Wan è un valido mix tra omaggio anche estetico a un cinema e a un'epoca, anche con l’uso di un colore privo di tonalità accese, e l'horror contemporaneo. Racconta con assoluto rigore storico le disavventure vissute nei 1971 da una famiglia composta dai genitori e da cinque figlie trasferitasi in una casa di campagna del Rhode Island infestata dalla presenza dello spirito di una strega giustiziata a Salem, che li costrinse a chiedere l'intervento dei Warren. Molto bella la scena dell’esorcismo finale, di cui nulla anticipiamo ma capace di coinvolgere emotivamente in maniera completa.
