E' il sequel del fortunatissimo film tratto dai fumetti di Mark Millar e John S. Romita Jr. pubblicati in Italia dalla Panini, con Matthew Vaughn regista della prima avventura impegnato in X-Men che ha rinunciato sia alla regia sia alla scrittura del film scegliendo lui stesso Jeff Wadlow e rimanendo a bordo come produttore.
Kick-Ass 2 prosegue con coerenza quanto iniziato da lui nel 2010, ma qui vi è sicuramente più violenza e un pesante tributo al filone del cinema demenziale. Questo aggiornamento, voluto dal nuovo regista e sceneggiatore, piacerà al pubblico dei giovani a cui è indirizzato ma riduce la qualità complessiva di un prodotto bene realizzato e in vari momenti molto divertente. E’ pur vero che anche la graphic novel da cui è tratto ha come componente importante la violenza, ma nelle immagini in movimento questa acquista fin troppo vigore. Jim Carrey, carismatico capo di un gruppo di persone normali che si è unito seguendo le orme di Kick-Ass, ha rinnegato il film soprattutto dopo che negli Usa vi era stato l’ennesimo massacro in una scuola da parte di un adolescente. Probabilmente, è stato consigliato di fare così da qualche suo fidato collaboratore, ma sicuramente leggendo la sceneggiatura sapeva sia quali fossero le caratteristiche sadiche del suo personaggio che il contesto in cui operava. Lacrime di coccodrillo di un artista che stimiamo ma che in questo caso ha dimostrato poca serietà. Per chi non conoscesse i protagonisti, Kick-Ass è nella vita reale un liceale poco popolare che si trasforma in segreto in un supereroe senza poteri straordinari, vestito con una tutina verde a dire poco ridicola. Nella puntata precedente aveva conosciuto un poliziotto duro (Nicholas Cage) e sua figlia efficientissima super girl col nome di Hit Girl. Con loro aveva debellato un pericoloso gruppo di mafiosi uccidendone il capo e lasciando orfano e frustrato il figlio. Si parte da qui, con i due giovani forse anche innamorati, la ragazza che vuole vendicare l’uccisione del padre uomo d’ordine, l’accordo per cercare alleati in questa lotta segreta. Il figlio del delinquente decide di entrare in campo col nome di Mother-Fuck, anche lui per vendicare il padre. Raccoglie un gruppo di sadici assassini e inizia a seminare morte con obiettivo finale di uccidere i due giovani. La ragazza, smascherata dall’ex collega del padre, che le fa da tutore, deve abbandonare la lotta ed il giovane si unisce ad un improbabile gruppo di supereroi nati a sua somiglianza. Più di questo è inutile dire. Sicuramente non mancano le occasioni per sorridere o ridere, ma alcune trovate scatologiche contro le ragazzine vip che danno contro a Hit Girl si potevano evitare. Riconfermati i bravi protagonisti Aaron Taylor-Johnson e Chloë Grace Moretz che riprendono i loro ruoli di Dave e Mindy. All'inizio cercano di vivere la loro quotidianità di studenti, ma quando i cattivi iniziano ad essere troppo cattivi, tornano ad essere i difensori della gente comune. Jim Carrey è bravissimo e quasi irriconoscibile, tratteggia con grande mestiere questo Capitan America dei poveri. La forza del film sta anche nella miriade di comprimari che rendono godibili e credibili personaggi al limite dell’assurdo.