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Blood Blood Hot

Blood

Cast, Crew, Infos - Cinema

Titolo originale
Blood
Sceneggiatura
Bill Gallagher basato sulla serie televisiva in 6 puntate Conviction creata da Bill Gallagher per BBC (2004)
Interpreti
Paul Bettany, Mark Strong, Brian Cox, Stephen Graham, Zoe Tapper, Ben Crompton, Adrian Edmondson, Natasha Little, Nick Murphy, Stuart McQuarrie, Patrick Hurd-Wood, Naomi Battrick, Daniel Pemberton, Elizabeth Lowe, Sandra Voe, Jasper Britton, Nick Pearse, Mark Callum, Brooklyn Baker, Andy Ross, Aaron Jeffcoate, Dean Roberts, Kate Dimbleby.
Nazionalità
Anno
Durata
92

Con Blood Nick Murphy ha creato un thriller psicologico in cui a momenti particolarmente belli, legati soprattutto alla cura delle immagini, se ne alternano altri notevolmente noiosi, causa una sceneggiatura deficitaria. Una ragazzina di dodici anni è ritrovata uccisa dopo avere subito atroci violenze sessuali, ben evidenti sul suo corpo di donna appena abbozzato. Uno spunto non certo nuovo, ma che poteva dare motivo di sviluppi interessanti se affidato ad autori che fossero in grado di pensare, di mettersi in gioco.

Siamo nel Lancashire, contea dell'Inghilterra del nord-ovest, dove il mare è protagonista e in cui Blackpool è una città balneare ricca di attrazioni turistiche. Nelle immagini quest’allegro senso di spensieratezza non appare mai. Il regista e il direttore della fotografia George Richmond (già autore delle bellissime immagini di Wild Bill diretto nel 2011 da Dexter Fletcher) trasformano la costa in qualcosa di simile a un pianeta alieno, ostile, che non offre conforto ai personaggi che devono convivere sol sangue e con la morte procurata. Protagonisti della vicenda sono due poliziotti, fratelli tra loro, che indagano sul caso e fermano un uomo sordido, nella cui  fedina penale compaiono anche condanne per violenze su minori. I due agenti entrano in crisi quando l’uomo è rilasciato per insufficienza di prove. Aizzati dal padre, di cui i figli hanno seguito le orme, decidono di farsi giustizia da soli organizzando un raid contro il sospettato, non prendendo le neppur minime precauzioni per non essere scoperti. Lo bloccano cercando di farlo confessare ma si trovano di fronte ad un uomo che irride loro e la legge, felice che non siano stati in grado di costruire prove di colpevolezza. Uno dei due lo uccide, forse involontariamente, e, assieme al fratello, nasconde il cadavere sotto la rena in una fossa che, per intimorirlo, aveva fatto scavare dal morto. Tutto sembra andare bene, se, dopo un’oretta di film, non si scoprisse l’insospettabile che aveva ucciso la ragazzina. Qui inizia la parte peggiore del film, perché tutto è basato sulle espressioni del volto dei due, sui sospetti che forse anno i loro colleghi, sulla crisi di coppia di ambedue, sui complessi di colpa che non riescono a gestire. A tutto questo si aggiunge che il tesserino di riconoscimento dell’ucciso è sparito e su quello c’erano le impronte dei poliziotti e gli spasmodici tentativi di ritrovarlo da parte dell’omicida. Sempre più in crisi l’assassino vede il fantasma del morto, ne è perseguitato e rischia di impazzire. Per gestire questo tipo di materia occorrono autori di solida capacità che prima capiscano cosa vogliono e devono fare arrivare allo spettatore, poi riescano realmente a portarlo sullo schermo. Nick Murphy probabilmente era convinto che con qualche primo piano su visi sofferenti si riuscisse a raccontare un dramma interiore, ma non è così. Tutto appare lievemente ridicolo, irrisolto, incapace di coinvolgere. Alla seconda regia di lungometraggi dopo il discreto thriller horror 1921 – Il mistero di Rookford (The Awakening, 2011), dimostra di non essere in evoluzione stilistica ma sempre più timoroso tanto da cavalcare il filone senza mai tentare di viverlo realmente con interventi originali. Questa è una storia più adatta al piccolo schermo che non al cinema, privo com’è di un effettivo linguaggio filmico: gli stacchi, i dialoghi, le soste sembrano perfette per un telefilm, noiosissime per uno spettatore costretto a subire senza potere avere un telecomando nelle mani per ridurre l’impatto negativo. Sicuramente, nel bene e nel mare sono da considerare parimenti responsabili il regista e lo sceneggiatore Bill Gallagher, che ha alle spalle solo esperienze televisive, Come dire che un progetto di questo tipo richiedeva maggiore esperienza.


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opinioni autore

 
Blood 2013-06-26 10:29:14 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
6.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    26 Giugno, 2013
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