Il fondamentalista riluttante (The Reluctant Fundamentalist) dell’indiana Misa Nair, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore pakistano Mohsin Hamid (1971) pubblicato nel 2007, è il film che ha aperto la Mostra di Venezia 2013. Un lungo incontro fra un professore sospettato dalla CIA di essere un fiancheggiatore dei fondamentalisti islamici e un agente americano, mascherato da romanziere e giornalista, consente ai due di raccontare parte dei loro precorsi di vita.
In particolare è il docente a narrare, in lunghi flash back, il suo viaggio da promettente analista finanziario di successo, vessato dai servizi di sicurezza americani dopo la strage delle Torri Gemelle. In parallelo c'è la sua storia d’amore con una fotografa americana andata in crisi dopo aver causato, guidando ubriaca, la morte di un fidanzato. Il film è ben costruito, particolarmente sul versante della storia poliziesca, abbastanza ipocrita nel tentativo di conciliare le ragioni di entrambi i contendenti, notevolmente generico nell’appello alla pace e al rifiuto della lotta armata. E’ un buon prodotto commerciale in cui impegno politico e analisi sociale hanno funzioni del tutto accessorie.