David Barrett è un noto cascatore, coordinatore di scene d’azione e regista televisivo. Per il suo debutto sul grande schermo con Fire with Fire si affida all’inesperto Tom O'Connor che crea una sceneggiatura di assoluta banalità prevedibile ma anche poco probabile. Ci sono scene di violenza inaudita, ma le sequenze d'azione (a parte i massacri) quasi non esistono.
E' una produzione dotata di un buon budget che si avvale d’interpreti noti quali Bruce Willis, Rosario Dawson, Vincent D’Onofrio. Come protagonista c'è il poco dotato Josh Duhamel nel ruolo di un vigile del fuoco senza paura che assiste a duplice omicidio in mini-supermercato, riesce a scappare ed è messo sotto protezione. S’innamora dell’agente federale che lo scorta e, per proteggerla, inizia a seguire e uccidere a sangue freddo i cattivi. Le cronache del cinema sono letteralmente piene di buoni che divengono cattivi per amore della famiglia, di fidanzate o di amici. La scelta di un regista televisivo fa capire le intenzioni dei produttori che hanno ideato tutto per il mondo dell’home video, limitando a zero l’utilizzo di tecniche cinematografiche. Basta vedere il taglio imposto alle inquadrature per rendersi conto che siamo di fronte a un lavoro predisposto per il piccolo schermo. Tuttavia, a parte la pochezza di quanto realizzato, infastidisce la violenza fisica che permea tante scene, con dita sfracellate a colpi di martello e altre delizie di questo tipo. Non mancano nemmeno gli spari in testa con fuoriuscita del cervello spappolato. Un film così preoccupa, anche perché insiste su un ciarpame razzistico (ariani contro negri…) e di pura violenza. Ovviamente esiste un pubblico che gradisce queste cose e questo dà brividi anche solo a pensarlo.