C’era molta attesa per Mi rifaccio vivo, ultima fatica di Sergio Rubini, un regista mai banale e spesso autore di opere di ottimo livello, fra quelle più riuscite ricordiamo almeno La terra (2006). Diciamo subito che non poche speranze sono andate deluse.
Cavalcando un tema già abbondantemente utilizzato dal cinema, quello del ritorno momentaneo in vita di un morto da poche ore, il regista racconta di un commerciante proseguitato, sin dagli anni della scuola, da un concorrente bello, ricco e fortunato. Il poveretto, vittima di una serie di raggiri anche ad opera nel maramaldo, decide di togliersi la vita, ma causa una buona azione fatta poche ore prima di annegarsi, atto realizzato più per caso che per decisione precisa, è riammesso in vita per una settimana sotto le spoglie di un sodale del suo nemico. In questi panni scoprirà che il rivale non è per niente felice come lui pensava e avrà modo di fare qualche altra buona azione, oltre a metter a segno vari fortunati colpi economici. Il film è realizzato con abilità e cura, offre qualche momento divertente, anche se vari snodi sono riciclati sino alla noia oltre ad essere presi di peso da altri film. Ciò che manca è uno sguardo originale che non ripercorra sentieri già percorsi o situazioni note. E' una piccola commedia non spiacevole ma dimenticabile in fretta.