Da qualche tempo il cinema francese sembra aver riscoperto il gusto per gli scenari che coinvolgono anche il potere politico. Tale è Il Ministro - L’esercizio dello Stato (L’Excercice de L’Etat, 2011) di Pierre Schoeller, visto a Cannes nella sezione Un Certain Regard di un paio d’anni or sono. Il film ruota attorno alla figura di un ministro di secondo livello, quello dei trasporti, costretto a scegliere fa l’impegno che ha preso per salvaguardare i suoi concittadini che usano i mezzi pubblici e, invece, farsi complice di una complessa manovra ordita dal potere politico in combutta con quello economico.
Un losco affare che ruota attorno alla privatizzazione delle grandi stazioni ferroviarie. Resisterà un po’, ma si piegherà quando il capo del governo gli farà capire che potrebbe ottenere un dicastero più importante. Anzi, accetterà con gioia di diventare ministro degli affari sociali con il compito di sedare in qualche modo il malcontento suscitato dalle sue stesse decisioni. Il film non è del tutto chiaro per uno spettatore non esperto di maneggi della politica francese, ma ha una sua compattezza narrativa, non inquinata da pochi elementi sicuramente negativi – come le immagini grandguignolesche dell’incidente d’auto di cui è vittima il politico - e una solidità complessiva che l’hanno candidato a testo per un’accesa discussione, quantomeno oltralpe. Per quanto riguarda il nostro pubblico richiama qualche analogia con fatti e costumi della vita la politica italiana, anche se si tratta spesso di riferimenti generici che non s’inseriscono con precisione in fatti che tutti ci coinvolgono.