Il cacciatore di giganti (Jack the Giant Slayer) diretto da Bryan Singer non è altro che una versione della fiaba Jack e il fagiolo magico in edizione da epica fantasy realizzato sperando di entrare nella scia vincente de Il signore degli anelli (The Lord of the Rings) e Lo Hobbit (The Hobbit) di Peter Jackson e di Harry Potter (Harry Potter) di Chris Columbus, ma anche dei Pirati dei Caraibi (Pirates of the Caribbean) di Gore Verbinski e simili. Normalmente, questo modo di ragionare ha fornito alle major buoni risultati e ha innescato altri saghe, ma nel caso del film ottimamente interpretato da Stanley Tucci e da Ewan McGregor l’empatia, col pubblico non è scattata segnando al botteghino statunitense un fallimento che ha fatto saltare varie teste.
Il giovane contadino che aiuta la principessina ribelle, i semi magici che fanno crescere una pianta enorme che raggiunge il mondo degli esiliati giganti, la scomparsa della ragazza, l’eroico intervento del ragazzo e dei più fidi del Re. Belle scene ma zero pathos. Dal regista de I soliti sospetti (The Usual Suspects, 1995) e della serie X-Men (X-Men) ci si poteva attendere più che non un film sentimentale in cui si dimostra poco interesse per quello che capita attorno. La scelta del regista era legata alla sua esperienza nelle saghe, sperando che anche questo potesse essere solo l’inizio di una lunga serie. Il progetto del film era nato nel 2005, quando lo sceneggiatore Darren Lemke aveva avuto l'idea. Nel gennaio del 2009 era stata affidata la regia ad un buon artigiano come D.J. Caruso ma nel settembre dello stesso anno questi fu sostituito da Bryan Singer, che pretese Darren Lemke, Christopher McQuarrie e Dan Studney per riscrivere la sceneggiatura. Investimento notevole (circa 200 milioni di dollari) finora incassati una sessantina ed il timore che difficilmente possa variare il trend. Bravo il regista a ritardare l’arrivo dei mostri di cui si sente il respiro, di cui si teme l’aspetto fisico, di cui si vedono dapprima solo le ombre: inquadrati, sono più fenomeni da baraccone un po’ stupidi che non terribili assassini, sono goffi e incapaci di coordinarsi tra loro. Divertono i bambini che in essi identificano gli adulti che incutono a volte timore ma che per loro molto intelligenti non sono. Gli effetti speciali funzionano, ma a un certo punto soppiantano completamente l’apporto degli attori. I giganti cono quasi tutti interpretati in performance capture e il capo dei generali è Bill Nighy che avevamo visto come Davy Jones nei Pirati dei Caraibi. La principessa è interpretata da Eleanor Tomlinson mentre il coraggioso giovane contadino è Nicholas Hoult, l'ex ragazzino di About a Boy - Un ragazzo (About a Boy, 2002).