Il lato positivo di David O. Russell (1958) nasce dal libro The Silver Linings Playbook, letteralmente L’orlo argenteo del libretto di Matthew Quick (1976), volume è uscito in Italia per i tipi di Salani Editore con il titolo L’orlo argenteo delle nuvole con riferimento al sole che brilla, positivo, dietro le nuvole. Un titolo che echeggia un verso contenuto in Comus (1634) del poeta inglese John Milton (1608 – 1674). Pat Solatano, un ex insegnante, è finito in ospedale psichiatrico dopo aver picchiato a sangue un collega colto in flagrante mentre faceva l’amore con sua moglie sotto la doccia.
Ora è ossessionato dall’idea di rimettersi in forma fisica e riconquistare la consorte fedifraga che, nel frattempo, ha cambiato casa. Nell’attesa di realizzare il suo proposito ritorna a vivere con i genitori: il padre, fanatico sostenitore della squadra di football americano di Baltimora, ha perso il lavoro e vive facendo l’allibratore, la madre offre in continuazione stuzzichini di granchio. La vicenda di cui è stato protagonista gli ha causato anche il divieto di avvicinarsi all’ex – moglie e l’obbligo di consultare settimanalmente uno psichiatra. In questo stato di disordine mentale incontra la giovane vedova di un poliziotto che ha tentato di elaborare il lutto infilandosi nel letto dei tutti i colleghi di lavoro, donne comprese. Davvero una stana copia destinata a rinsaldare una nuova unione dopo aver partecipato a una gara di ballo. Ciò che conta è la descrizione di un mondo popolato da personaggi bizzarri o apertamente folli, un quadro che riflette bene un universo in cui sesso e denaro costituiscono le sole vie d’uscita socialmente ammesse. In questo il film, piacevole e amaro a un tempo, va oltre la semplice storia personale per trasformarsi in un panorama che ha perso ogni contatto sia con la realtà, sia con una socialità autentica.
