Tutti contro tutti è l’opera prima di Rolando Ravello, un attore molto presente nel cinema odierno anche se più conosciuto come volto che non quale nome. E' stato tra gli interpreti degli ultimi film di Ettore Scola, di una miniserie TV su Pantani, nel cast del film DIAZ (2012) di Daniele Vicari ma anche protagonista di uno degli episodi scollacciati di Tinto Brass Presents - Erotic Short Stores 12 Films (2009), dopo essersi occupato di questi temi sociali quale sceneggiatore del documentario Via Volonté Numero 9 (2009) di Lorenzo Scurati. Qui firma la sua opera prima bene affiancato da attori quali Marco Giallini e Stefano Altieri.
Non sempre i ritmi sono quelli giusti, a tratti è un po’ ripetitivo, ma la storia di normale povertà in cui un artigiano edile si trova occupata la casa mentre è alla comunione del figlio, deve fare pensare. Un’allegria triste, perché racconta fatti possibili. Il film è tratto dal testo teatrale Agostino di Massimiliano Bruno (che qui interpreta l’ispettore di Polizia) in cui il neoregista interpretava tutti i personaggi. E' un'opera con struttura da commedia in cui l’allegria non è quasi mai presente proprio a causa dell triste tema, una storia in cui i poveri lottano contro i poveri per riuscire ad ottenere un tetto sotto cui dormire mentre chi domina il mercato immobiliare si arricchisce alle loro spalle, affittando senza contratto appartamenti che magari non sono nemmeno loro. Agostino lavora nell’edilizia assieme al cognato e si arrabattano per gestire le esigenze delle loro famiglie in cui devono pensare entrambi a due figli e il protagonista anche al nonno ottantacinquenne. Tutto bene fino a quando, tornato dalla comunione del figlio, l’uomo non riesce più a entrare perché hanno cambiato la serratura alla sua porta. Non ha un contratto, la Polizia non può fare nulla e, per questo, decide che l’unica possibilità è di occupare il pianerottolo dell’appartamento dove viveva. Ben presto gli altri inquilini temono che abbia intenzione di occupare una loro casa e diventano suoi potenziali nemici. Chi alla fine vince vive con amarezza una realtà in cui tutti sono sconfitti. Marco Giallini è il cognato disposto a mettersi anche contro la legge ma di cui è meglio non fidarsi, il bravo attore teatrale Stefano Altieri è il saggio nonno che combatte con la prostata e con la nuova situazione abitativa, la polacca Kasia Smutniak è convincente nel ruolo della moglie del protagonista. Rolando Ravello dimostra varie incertezze ma alla fine il film può essere considerato abbastanza riuscito. Molti personaggi sono macchiette come il malavitoso proprietario del bar che ha affittato una casa non sua, il cuoco egiziano vicino di casa e amico che diviene un acerrimo nemico, lo stesso cognato double face. La sceneggiatura poteva essere perfetta per un medio metraggio della durata di 40/50 minuti, ma qui è diluita in un film lungo il doppio. Tuttavia questo tentativo di fare una commedia agra che tratta temi di autentica attualità merita di essere vista non fosse altro per fare pensare e discutere.Qui firma la sua opera prima bene affiancato da attori quali Marco Giallini e Stefano Altieri. Non sempre i ritmi sono quelli giusti, a tratti è un po’ ripetitivo, ma la storia di normale povertà in cui un artigiano edile si trova occupata la casa mentre è alla comunione del figlio, deve fare pensare. Un’allegria triste, perché racconta fatti possibili. Il film è tratto dal testo teatrale Agostino di Massimiliano Bruno (che qui interpreta l’ispettore di Polizia) in cui il neoregista interpretava tutti i personaggi. E' un'opera con struttura da commedia in cui l’allegria non è quasi mai presente proprio a causa dell triste tema, una storia in cui i poveri lottano contro i poveri per riuscire ad ottenere un tetto sotto cui dormire mentre chi domina il mercato immobiliare si arricchisce alle loro spalle, affittando senza contratto appartamenti che magari non sono nemmeno loro. Agostino lavora nell’edilizia assieme al cognato e si arrabattano per gestire le esigenze delle loro famiglie in cui devono pensare entrambi a due figli e il protagonista anche al nonno ottantacinquenne. Tutto bene fino a quando, tornato dalla comunione del figlio, l’uomo non riesce più a entrare perché hanno cambiato la serratura alla sua porta. Non ha un contratto, la Polizia non può fare nulla e, per questo, decide che l’unica possibilità è di occupare il pianerottolo dell’appartamento dove viveva. Ben presto gli altri inquilini temono che abbia intenzione di occupare una loro casa e diventano suoi potenziali nemici. Chi alla fine vince vive con amarezza una realtà in cui tutti sono sconfitti. Marco Giallini è il cognato disposto a mettersi anche contro la legge ma di cui è meglio non fidarsi, il bravo attore teatrale Stefano Altieri è il saggio nonno che combatte con la prostata e con la nuova situazione abitativa, la polacca Kasia Smutniak è convincente nel ruolo della moglie del protagonista. Rolando Ravello dimostra varie incertezze ma alla fine il film può essere considerato abbastanza riuscito. Molti personaggi sono macchiette come il malavitoso proprietario del bar che ha affittato una casa non sua, il cuoco egiziano vicino di casa e amico che diviene un acerrimo nemico, lo stesso cognato double face. La sceneggiatura poteva essere perfetta per un medio metraggio della durata di 40/50 minuti, ma qui è diluita in un film lungo il doppio. Tuttavia questo tentativo di fare una commedia agra che tratta temi di autentica attualità merita di essere vista non fosse altro per fare pensare e discutere.