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Promised Land

Cast, Crew, Infos - Cinema

Titolo originale
Promised Land
Sceneggiatura
John Krasinski e Matt Damon da un soggetto di Dave Eggers
Interpreti
Matt Damon, John Krasinski, Tim Guinee, Frances McDormand, Lucas Black, Rosemarie DeWitt, Titus Welliver, Scoot McNairy, Hal Holbrook, Terry Kinney, Sara Lindsey, Johnny Cicco, Benjamin Sheeler.
Nazionalità
Anno
Durata
106

Con Promised Land (Terra promessa) Matt  Damon e John  Krasinski forse sentono troppo il tema ecologistico, per cui spesso sono testimonial, al punto si realizzare, con il contributo di un autore di vaglia quale Gus Van Sant, un film mediocre, privo d’interesse, scarsamente credibile. I due sono gli sceneggiatori ma anche i protagonisti maschili, con personaggi che si schierano su posizioni antitetiche di fronte al tema principale del film, vale a dire il progresso legato allo sfruttamento del gas imprigionato sotto terra a migliaia di metri di profondità anche a rischio di contaminare per sempre le falde acquifere. Matt Damon interpreta la figura di un giovane agente di una società per l’estrazione del gas, è in carriera (l’hanno appena promosso vice presidente) e approfitta delle sue origini contadine per essere più credibile con gli abitanti di piccola cittadina da cui deve ottenere i permessi per l’estrazione.

Forse crede davvero in quello che fa e cerca di evitare a queste persone la fine fatta dal luogo dove è nato, trasformato, dopo la chiusura di una fabbrica della Caterpillar, in città fantasma. Con questo proposito accetta di fare parte di gioco in cui i ricchi diventano più ricchi e i poveri appena lievemente meno poveri. Tacita la coscienza fino a quando può, poi ricompare la sua parte migliore che lo costringe a dire a queste persone che si fidano di lui tutta la verità. John Krasinski è un ecologista anomalo che piomba nella cittadina sconvolgendo i nuovi equilibri creati da Damon, mette in discussione tutto, fa capire a queste persone che esistono forti rischi di inquinare le terre che hanno ricevuto dai loro genitori e difendono ma, forse, non amano più. Devono fare i conti con il sogno di non dipendere dall’esito dei magri raccolti divenendo benestanti con il gas, il timore di rendere conto alla propria coscienza per avere fatto una scelta di questo tipo. Un ruolo difficile da interpretare, una figura che dà l’impressione di non essere quello che dice di essere, sembra quasi lavorare per una società concorrente che vuole rubare l’affare a chi è arrivato prima di lui. Il funzionario è affiancato dall’esperta collega Frances  McDormand che viene dalla metropoli dove ha lasciato il figlio quattordicenne con cui chatta ogni sera aumentando il suo complesso di colpa: pensa di potere tornare dopo pochi giorni e, invece, si accorge che i tempi si dilatano all’infinito ed è lei a creare un diversivo vincente. E’ una mamma affettuosa ma anche una persona che sul lavoro si trasforma e non conosce più l’umanità, vive per ottenere i risultati richiesti. Bella la scena iniziale quando lei, già sul posto, aiuta il collega a mimetizzarsi nella comunità comprandogli camicie di flanella, guanti da lavoro, scarponcini, tute. Il tocco di classe è l’acquisto di un vecchio pick up con le marce manuali lontano anni luce dal loro mondo ma che permette una maggiore identificazione con le persone che dovranno convincere. Hal Holbrook è il professore di scienze che insinua il dubbio nei suoi concittadini, li costringe a rendersi conto che non è tutt'oro quello che luccica. E’ pericoloso per chi deve stipulare contratti per lo sfruttamento del sottosuolo perché sa e dice, perché non è un insegnante di provincia ma un ex -ingegnere della Boeing per la quale ha lavorato per oltre trent’anni ai massimi livelli. Rosemarie DeWitt è l’insegnante dei bimbi, ha abbandonato la città per riappropriarsi delle sue origini dopo la morte del padre. Crede in Matt Damon, forse se ne innamora, sicuramente rimane delusa quando crede di scoprire in lui un bugiardo senza cuore che farebbe qualsiasi cosa pur di ottenere quello che vuole. E’ un’opera politica in cui le intenzioni mai sono premiate da una resa filmica in cui tutto è sfruttato nel modo peggiore, con personaggi difficilmente credibili e con i pochi momenti di vis drammatica contaminati da storie d’amore e qualunquismo. Gus Van Sant ha perso la grinta dimostrata in tanti film per addolcirsi e tentare di raccontare quasi alla maniera di Clint Eastwood. Il risultato è un prodotto sicuramente professionale ma privo di interesse e di una valida denuncia.

 

 

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opinioni autore

 
Promised Land 2013-02-16 11:15:12 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
6.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    16 Febbraio, 2013
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