Rian Johnson realizza nella totalità Looper - In fuga dal passato che, forse, ha amato troppo per riuscire ad essere realmente bello. Poco tempo dopo l’uscita de The Brothers Bloom, nel 2008, annunciò come imminente questo titolo di fantascienza fornendo precisi riferimenti sul cast, sui contenuti e confermando che lo avrebbe realizzato col produttore dei suoi due precedenti lavori Ram Bergman, ma le riprese iniziarono solo nel gennaio del 2011.
In questo lungo periodo, il regista-sceneggiatore ha rielaborato molteplici volte lo script tanto da avere scene per girare almeno mezz’ora in più. Quando ha dovuto iniziare il lavoro di ripulitura, di eliminazione di scene intere il ritmo drammatico, la credibilità ha iniziato a scricchiolare per arrivare, in certi casi, ad immagini in libertà in cui si apprezza la bellezza ma non sempre la coerenza. Racconta di un 2044 degradato in cui assassini prezzolati uccidono persone di cui non conosco l’identità (hanno un sacco sul viso) che giungono davanti alla loro spingarda dal 2074 attraverso una macchina del tempo considerata illegale dalle autorità. Devono eliminarli senza pietà e senza farsi domande, anche se riconoscono in quello sconosciuto loro stessi divenuti anziani. E’ la storia di uno di loro che si lascia sfuggire la vittima designata che era tornato indietro nel tempo per cercare di cambiare gli eventi e salvare la moglie da morte sicura. Oltre a questo, l’amore del giovane per ragazza - madre con figlio problematico. Joseph Gordon-Levitt è il giovane looper che si trasforma in quel Bruce Willis che sta acquisendo finalmente una maschera espressiva. Film imperfetto ma interessante, ricorda Terminator e tanta altra fantarealtà, ma ha, nonostante questo, una certa piacevolezza.