Il danese Thomas Vinterberg è stato, con Lars von Trier, uno dei fondatori del movimento Dogma 95 che si proponeva di dare vita a un cinema privo di artifici (musica aggiunta, storie falsamente drammatiche …) . Uno dei frutti più coerenti con quella proposta fu Festen - Festa in famiglia (Festen) che ottenne molti premi internazionali. Il sospetto, invece, tradisce vistosamente i dettami precedenti utilizzando molti ingredienti tradizionali. La storia raccontata è suggestiva e ruota attorno a quarantenne Lucas, maestro in un asilo in una piccola città di campagna. Un giorno una bambina, che lui ha rimproverato perché gli ha regalato un cuoricino fatto di spilli colorati e ha cercato di baciarlo sulla bocca, lo accusa di verle fatto vedere il pene in erezione.
Tanto basta perché scatti l’emarginazione da parte di vicini, bottegai ed ex-amici. Sottoposto a giudizio sarà assolto in quanto l’accusa si è dimostrata palesemente infondata (altri ragazzini hanno parlato di molestie sessuali perpetrate nella cantina di casa sua, locale che non esiste), ma questo non lo riconcilia on lo spirito profondo della comunità: un anno dopo, durante una battuta di caccia qualcuno dei suoi ambigui amici cercherà di ucciderlo. Il film colpisce vari obiettivi di grande importanza. Il primo è il pregiudizio che vuole i bambini (angeli di Dio) sempre sinceri e puri, quasi che la lezione di Sigmund Freud (1856 – 1939) sulla sessualità infantile fosse passata invano. Il secondo riguarda la ferocia con cui i pregiudizi si fanno strada nella folla siano a spingerla ai gesti più aberranti. In questo il film si dimostra ben più importante di una qualunque perorazione sulla cautela nell’emettere giudizi, per diventare un severo monito contro l’intolleranza e le idee precostituite. Un film molto bello su cui vale la pena meditare. Una lode a parte merita l’interpretazione di Mads Mikkelsen che gli ha fruttato il premio quale miglior attore all’ultimo Festival di Cannes.
