Alex De La Iglesia ha dichiarato di aver fatto Ballata dell’odio e dell’amore (Balada triste de trompeta - Ballata triste per tromba) per esorcizzare il dolore che attanagliava la sua anima. La storia che ha raccontato è quella di due pagliacci, padre e figlio, il primo arruolato a forza nelle file dei repubblicani, fatto prigioniero e ucciso in un attentato antifranchista organizzato dal figlio, il secondo votato alla vendetta. Quest’ultimo diventa pagliaccio a sua volta, ma al servizio di un altro circense, Sergio, che nasconde cattiveria e odio sotto una maschera farsesca. I problemi nasceranno quando il giovane s’innamorerà della bellissima Natalia, la trapezista che è anche la donna di Sergio. Un triangolo amoroso che avrà conseguenze devastanti.
Lo sfondo è quello degli anni che vanno dalla guerra civile (1936 -39) all’attentato che costò la vita al primo ministro Luis Carrero Blanco (1904 - 1973), atto utilizzato anche da Gillo Pontecorvo (1919 -2006) per il film Ogro (1980). Il quadro è quello della dittatura fascista colta dall’affermarsi al tramonto e il film dovrebbe rappresentare, in maniera metaforica, la cupa violenza che ha intriso questa lunga fase storica. Tuttavia l’abbondanza di sangue e d’immagini grottesche fa pendere la bilancia più sul versante orrorifico, caro al regista, che su quella simbolico col risultato che è l’intero film a patirne squilibrio e incertezza.