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C'era una volta in Anatolia C'era una volta in Anatolia Hot

C'era una volta in Anatolia

Cast, Crew, Infos - Cinema

Titolo originale
Bir Zamanlar Anadolu’da
Sceneggiatura
Ercan Kesal, Ebru Ceylan, Nuri Bilge Ceylan
Interpreti
Muhammet Uzuner, Yılmaz Erdoğan, Taner Birsel, Ahmet Mümtaz Taylan, Fırat Tanış, Ercan Kesal, Erol Eraslan, Uğur Arslanoğlu, Murat Kılıç, Şafak Karali, Emre Şen, Burhan Yıldız, Nihan Okutucu, Cansu Demirci, Kubilay Tunçer, Salih Ünal, Aziz İzzet Biçici, Celal Acaralp, Mehmet Eren Topçak, Ufuk Karali, Fevzi Müftüoğlu, Turgay Kürkçü, Fatih Ereli, Hüseyin Bekeç, Mehmet Öztürk.
Anno
Durata
165

Bir Zamanlar Anadolu’da (C’era una volta in Anatolia) porta la firma del turco Nuri Bilge Ceylan che ha all’attivo sei lungometraggi che hanno ricevuto premi nei maggiori festival internazionali ed è una delle figure più importanti del cinema contemporaneo, oltre a essere il personaggio principale di quello che è stato definito il nuovo cinema turco. Il suo stile si basa su immagini davvero straordinarie – all’origine era un fotografo di fama internazionale – un ritmo del racconto disteso che sviluppa storie apparentemente semplici, in realtà molto complesse e dense di significati cogliibili in seconda lettura. Non gli manca un pizzico ironia e un florilegio di citazioni cinefile colte. Iniziano da quest’ultimo punto. Sin dal titolo questo suo ultimo film rimanda a un classico di Sergio Leone – C’era una volta in America (1984) – facendo riferimento allo spirito profondo del regista italiano che, dilatando i tempi della narrazione, intendeva anche imporre allo spettatore uno spazio di riflessione che, apparentemente, era in piena contraddizione con la velocità dei generi cui si applicava.

Altre citazioni nascono dalla storia stessa raccontata, una vicenda che fa riferimento al primo lungometraggio firmato da un altro maestro del cinema contemporaneo: il greco Theo Angelopoulos. Il ricordo va ad Anaparastasi (Ricostruzione di un delitto, 1970) in cui un sopraluogo giudiziario, organizzato per chiarire cause e modi dell’uccisione del marito da parte della moglie, diventa lo specchio dei rapporti sociali e umani in un’intera società, degradata dalla miseria e dall’ossessione verso valori arcaici. Anche l’opera di cui stiamo parlando muove le prime sequenze dalla ricerca del cadavere di un assassinato, caccia in cui il presunto colpevole indica, o finge di indicare, luoghi sempre diversi. E’ questa la prima parte del film e dura oltre un’ora sulle due e venticinque in cui si articola la storia. Dopo una serie di soste, una cena notturna e qualche schiaffo dato all’arrestato da un ufficiale di polizia, ma prontamente bloccato dal procuratore venuto dalla capitale per seguire l’inchiesta, il cadavere è trovato, dissotterrato – ha mani e piedi legati alla maniera degli incaprettamenti mafiosi - e trasportato nel paese più vicino dove, in un improvvisato obitorio, si svolge una sommaria autopsia. Con molte reticenze riusciamo a capire che si è trattato di un delitto d'amore – un amante ha ammazzato il marito della donna con cui aveva una relazione – ma questo non è il solo dato importante. Il viaggio e la vicinanza hanno portato anche guardie, magistrato e dottore a capire qualche cosa di loro e del mondo che lo circonda. Il magistrato scoprirà che la moglie, che ha sempre creduto morta per cause naturali, si è suicidata. Il medico sarà toccato dalla violenza primordiale del dramma e tacerà, nel referto dell’autopsia, alcuni particolari che avrebbero aggravato la posizione dell’omicida. Gli stessi poliziotti avranno mostrato come ciascuno di loro sia diverso dai colleghi, abbia atteggiamenti opposti nei confronti del proprio lavoro. C’è chi pensa solo a trarre minimi vantaggi da qualsiasi occasione e chi s’indigna davanti alla brutalità della natura umana, anche se non esita a usare la violenza. La regia ci fa scoprire tutto questo disseminando la storia d’indizi, senza mai cercare d’indottrinarci o banalizzare ogni passaggio. E’ un testo magnifico, ricco di spruzzate di mesta ironia e di costruito con una densità estrema, davvero un grandissimo film.

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opinioni autore

 
C'era una volta in Anatolia 2012-06-12 15:49:51 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
8.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    12 Giugno, 2012
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