Philippine (Pina) Bausch (1940 – 2009) è stata una fra le maggiori innovatrici della danza moderna nel secolo scorso. Il suo Tanztheater (teatro-danza) di Wuppertal, città tedesca situata nel sud della Ruhr nei pressi del confine con la Francia, è stato, per almeno un quarantennio, un punto di riferimento per coreografi e danzatori.
Alcune delle sue creazioni - Café Müller (1978), Arien (Arias, 1979), Kontakthof – Mit Damen und Herren ab 65 (Kontakthof – Con uomini e donne oltre i 65 anni, 2000) – sono rimaste nella storia del belletto quali pietre miliari di un’idea della danza non legata a una tecnica codificata e immutabile, bensì all’emersione dei sentimenti profondi dei ballerini. Una scelta che ha trasformato gli interpreti da semplici esecutori di rituali codificati in veri co-creatori della performance. Wim Wenders ha dedicato a questa grande artista un film, Pina 3D (Pina), che va ben oltre il documento o l’omaggio tradizionale, per approdare al contatto con l’essenza dell’artista. Nel farlo ha filmato numerosi spettacoli da lei realizzati e raccolto le testimonianze, psicologiche più che aneddotiche, di alcuni fra i danzatori che hanno avuto maggiore rapporto con lei. Ne è nato un film coinvolgente in cui lo stesso uso del 3D, furbescamente e inutilmente aggiunto al titolo italiano, funziona assai bene nel rendere lo spettatore partecipe del lavoro e della fatica dei ballerini. E' un film di grande suggestione visiva e coinvolgimento emotivo.