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Una separazione

Cast, Crew, Infos - Cinema

Titolo originale
Jodaeiye Nader az Simin
Sceneggiatura
Asghar Farhadi
Interpreti
Peyman Moadi, Leila Hatami, Sareh Bayat, Sarina Farhadi, Babak Karimi, Ali-Asghar Shahbazi, Shirin Yazdanbakhsh
Nazionalità
Anno
Durata
123

Il cinema iraniano ha attraversato, una decina d’anni or sono, un periodo di grande fioritura che l’ha portato all’ammirazione di critici e pubblico del mondo intero. Purtroppo, con il consolidamento del potere dei clericali integralisti (2005 elezione di Mahmud Ahmadinejad alla presidenza dello Stato) il cinema è caduto sotto i colpi dei censori e degli islamisti radicali, al punto che i pochi registi che hanno osato ribellarsi sono stati imprigionati o perseguitati. E’ il caso di Jafar Panahi (1960), vincitore del Leone d’Oro alla Mostra di Venezia con Dayereh (Il cerchio, 2000), processato e condannato al silenzio per vent’anni, tempo in cui non potrà scrivere o dirigere film né rilasciare interviste. In questo clima i pochi autori che ancora riescono a lavorare devono farlo seppellendo i loro discorsi sotto pesanti cortine fumogene.

E’ il caso di Asghar Farhadi autore di Darbareye Elly (About Elly, 2009) e, ora di questo Una separazione (Jodaeiye Nader az Simin, 2011). Simin, moglie di Nader, ha chiesto il divorzio perché il marito non vuole emigrare utilizzando il permesso di espatrio ottenuto dai coniugi per loro e la figlia undicenne. L’uomo non intende lasciare il padre ammalato di Alzheimer, la donna non vede alcuna prospettiva di vita in una situazione in cui l’oppressione maschilista e religiosa si fa giorno dopo giorno più dure. Il marito decide di prendere una badante per il padre, una povera donna incinta che va a servizio senza chiedere il permesso al marito. Un giorno Nader rientra prima del previsto e scopre che la domestica se n’è andata lasciando il vecchio legato al letto. La getta fuori di casa, lei cade e perde il bimbo che portava in grembo. Poiché il feto aveva superato i quattro mesi, per lui l’accusa è di omicidio con tanto di arresto e rinvio a giudizio. Inizia in questo modo un cupo itinerario fra i meandri della giustizia e le tagliole della burocrazia imperniato sullo scontro fra due esseri umani comuni: il marito benestante che si è infuriato per il trattamento inflitto al padre, il marito della badante, un povero calzaturiere, che vive l’offesa alla moglie come l’aggressione di un ricco a un povero. Il film mette in campo numerosi snodi che svelano i guasti di una situazione profondamente intrisa di bigottismo e classismo. Il film, che ha vinto il primo premio e quelli per le migliori interpretazioni femminile e maschile all’ultimo Festival di Berlino, è duro sotto la patina di normalità. Un esempio di cinema politico ad altissimo livello in cui non sventola neppure una bandiera o risuona alcun richiamo apertamente sociale, ma proprio per questo colpisce lo spettatore e condanna un regime inumano e bigotto.

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opinioni autore

 
Una separazione 2011-10-28 15:15:48 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
8.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    28 Ottobre, 2011
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10
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