Le tre sorelle Brontë, Charlotte (1816 – 1855); Emily (1818 – 1848) e Anne (1820 - 1849), sono scrittrici cui si devono alcuni dei capolavori della letteratura anglosassone. Figlie di un religioso, che ebbe altri tre rampolli, passarono gran parte della loro breve vita nell’Yorkshire, nel nord – est dell’Inghilterra, in un paesaggio freddo e brumoso. Compensarono il grigiore del vivere con la scrittura di romanzi e poesie diventati veri e propri classici e cui si sono abbeverati, soprattutto, milioni di lettrici. Il loro raccontare, spesso organizzato attorno a storie di donne che giungono a una quasi felicità dopo lunghe peripezie, ha un punto centrale nella descrizione del paesaggio e dei costumi dell’epoca. Tale è anche il caso di Jane Eyre scritto da Charlotte e pubblicato nel 1947.
Il libro descrive, per buona parte, la triste esperienza subita dall’autrice alla Clergy Daughter's School di Cowan Bridge, una scuola per figlie di ecclesiastici che nel romanzo diventa la Lowood School. E’ un luogo di feroci punizioni, cibo scadente, freddo e tormenti vari. Uscita da quella triste esperienza la giovane crede di trovare tregua nel lavoro di precettrice per la figlia di un gentiluomo di campagna dal carattere bizzoso e cupo. Lui s’innamora, corrisposto, di lei e, proprio mentre le nozze stanno per essere celebrate, è denunciato dal padre di una precedente moglie che aveva dichiarato essere morta e che, invece, diventata folle, vive reclusa nel suo costello. Nuova fuga e altro incontro con un giovane religioso che, dopo poco, si dichiara disposto a prenderla in moglie e a portarla con lui in missione in India. Una provvidenziale e inaspettata eredità la toglierà d’impaccio e le consentirà di ritornare al passato amore e assistere il nobiluomo, nel frattempo diventato cieco a seguito dell’incendio, applicato dalla moglie reclusa, che ha distrutto il suo maniero. Come si può capire da queste bervi note ci sono tutti gli elementi per una storia intessuta di forte romanticismo e destinata a far sognare. Il testo è stato trasferito più volte sul grande e piccolo schermo, così come Cime tempestose (Wuthering Heights, 1847) scritto da sua sorella Emily, e la versione che più si ricorda, è quella firmata da Robert Stevenson nel 1943, interpreti Orson Welles e Joan Fontaine. Arriva ora una nuova versione affidata al californiano Cary Fukunaga che si limita a illustrare il racconto restando costantemente in bilico fra richiami horror e ricostruzione ambientale. In altre parole il film non adotta alcuna chiave di lettura limitandosi a percorrere i piacevoli, ma un po’ noiosi, binari della fedeltà formale al testo scritto. Decorosa e decorativa la presenza di Mia Wasikowska e Michael Fassbender.