Il debito (Ha Hov, 2007) è il titolo di un film israeliano diretto da Assaf Bernstein in cui si racconta, in due tempi, la storia di tre agenti del Mossad (Servizi Segreti) incaricati di catturare e riportare in Israele un criminale nazista che si è rifugiato a Berlino Est, E’ Dieter Vogel, noto anche come il chirurgo di Birkenau, responsabile di aver condotto atroci esperimenti su donne e bambini in quel campo di sterminio. All’inizio l’operazione riesce, ma tutto naufraga al momento di trasferire il prigioniero su un convoglio della metropolitana diretto a Belino Ovest.
I tre agenti, una donna e due uomini, si trovano a dover custodire il sequestrato che, con uno stratagemma, riesce a fuggire. A questo punto gli agenti decidono di raccontare di averlo ucciso, onde evitare i rimproveri dei superiori. Accolti con tutti gli onori al ritorno a Tel Aviv, diventano presto veri e propri eroi della lotta contro gli ex – nazisti. Passano molti anni e, nel 1997, il criminale di guerra si rifà vivo, in Ucraina, e minaccia di raccontare tutto a un giornalista locale. A questo punto non resta che spedire a Kiev la donna - degli altri due uno è morto suicida, l’altro è paralizzato – per uccidere davvero il nazista. Il finale sarà tragico sia per il criminale, sia per l’agente. L’inglese John Madden ha ripreso in mano questa storia per un film il cui merito principale è l’interpretazione di Helen Mirren nei panni dell’agente in età avanzata, il suo ruolo da giovane è di Jessica Chastain, una prestazione in cui dispiega tutte le sue capacità interpretative. Interessante anche lo spirito malinconico con cui il regista guarda alla vicenda, quasi che i sessant’anni abbondanti trascorsi dagli orrori nazisti, richiedano riflessioni più serene anche se non meno severe. E’ un buon film, non straordinario, ma su cui riflettere.
