Nel 1960 il regista coreano Ki-young Kim diresse Hanyo, film destinato a rimanere il suo capolavoro. Quaranta anni dopo Sang-soo Im riprende il tutto per realizzare un rifacimento, il titolo internazionale è The Housemaid (La cameriera), molto elegante, accurato, ma sostanzialmente privo d’anima. Una giovane è assunta come domestica al servizio della moglie di un ricco funzionario governativo. La donna sta aspettando due gemelli, è viziata e convinta che ogni cosa le sia dovuta. La casa è lussuosa, il trattamento principesco, gli ordini sopportabilmente arroganti, tuttavia le cose sono rovinate dalla lussuria del padrone convinto di poter fare ciò che vuole della servetta.
Quando questa rimane incinta, ci si mette anche la suocera a tentare di ucciderla. Finale tragico con la ragazza che s’impicca e dà fuoco per vendicare il figlio che è stata costretta ad abortire e imprimere, nella memoria della figlia minore della coppia ricca, l’orrore di cui sono stati capaci i genitori. Immagini molto belle, eccessiva lunghezza, raffinatezza di tocco per un film che non dice quasi nulla né sull’ambiente in cui è immerso, né sulla psicologia profonda dei personaggi. Nella sostanza è un melodramma vecchio tipo scarsamente originale.