Paul Haggis è uno sceneggiatore di vaglia, suo è, fra gli altri, il testo di Million Dollar Baby (2004) di Clint Eastwood. Si è anche segnalato come regista, avendo diretto opere di grande interesse come Crash - Contatto fisico (2004) e Nella valle di Elah (2007). Senza contare che ha alle spalle una lunga carriera di autore televisivo. Con questi precedenti poteva sorprendere che avesse deciso di firmare un film come The Next Three Days (I prossimi tre giorni), rifacimento di Pour Elle (Per lei, 2008) lungometraggio d’esordio del francese Fred Cavayé (1967).
La vera ragione di questo riprendere in mano il lavoro di altri sta nella voglia di costruire un ritratto psicologico di un personaggio normale costretto, hitchcockianamente, a trasformarsi in eroe per sopravvivere in una situazione drammatica e pericolosa. Nel caso specifico si tratta di salvare dall’ergastolo la moglie, ingiustamente condannata per omicidio, facendola evadere dalla prigione per trasferirsi, con lei e il figlioletto, in un paese sudamericano che non ha firmato trattati d’estradizione con gli Stati Uniti. E’ la prima parte, dedicata alla trasformazione del tranquillo professore universitario in organizzatore d’evasioni, quella in cui la regia costruisce la migliore tensione e i personaggi più cesellati, aiutata anche da un Russell Crowe tutt’altro che superomistico. La parte finale, quella dell’evasione, alza ancora il livello dell’adrenalina, ma non si discosta di molto da quanto visto in decine d’altri film. In definitiva è una proposta professionalmente di buon respiro anche se non straordinaria, ma con momenti e spunti di ottimo livello.