Un gelido inverno (Winter’s Bone, 2010) è il film d’esordio dell’americana Debra Granik che ha già vinto numerosi premi, il più importante dei quali è quello assegnatole dalla giuria del Sundance Film Festival e che ora è candidato a ben quattro premi Oscar. E’ la messa sul grande schermo del romando Un Gelido inverno (Winter’s Bone, 2006) di Daniel Woodrell (1953).
Vi si racconta, ambientata suo gelidi monti Ozark, in Missouri, il calvario di una diciassettenne che vuole far luce sulla scomparsa del padre, un piccolo fabbricante e spacciatore di metamfetamine, crack, che ha impegnato la fattoria di famiglia per pagarsi la cauzione e uscire dalla prigione, dopo di che è scomparso nel nulla. La ragazza, sulle cui spalle poggi l’intera famiglia, fratello e sorella compresi, intraprende un lungo percorso difficile, doloroso e rischioso, per venire a capo del mistero a prezzo di lividi e sofferenze. Lo fa non certo per amore verso il genitore, che disprezza perché ha denunciato gli altri membri del clan familiare per uscire dalla prigione, quanto per il terrore di perdere le uniche cose che possiedono: baracca e terra. E’ un film buio, girato spesso in atmosfere notturne che affronta un mondo degradato e violento in cui i rapporti di forza contano più di quelli sentimentali o familiari. L’intero racconto è reso cedibile e toccante dalla magia interpretativa della giovane Jennifer Lawrence che qui perfeziona le abilità già mostrate in The Burning Plain - Il confine della solitudine (The Burning Plain, 2008) di Guillermo Arriaga, che le valse il Premio Mastroianni alla 65ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. In altre parole è un’opera intensa e solidamente costruita.