Hereafter (Aldilà) è l’ultima fatica dell’ottantunenne Clint Eastwood, che sta già lavorando a un nuovo film sulla controversa figura di John Edgar Hoover (1895 – 1972), il fondatore del FBI e l’uomo che tenne sulla corda con i suoi dossier non pochi presidenti americani. Questo suo penultimo film è opera singolare e, diciamolo subito, non fra le migliori della sua filmografia. La prima singolarità nasce dal fatto che quest’autore, solitamente propenso a un cinema d’impianto realistico, si cimenta per la prima volta con quello che è stato definito un thriller soprannaturale. La cosa si riverbera, in modo particolare, nelle sequenze rivolte alle immagini dell’aldilà, con sequenze oscillanti fra il banale e l’esteticamente imbarazzante.
La seconda singolarità è legata al fatto che si tratta di un’opera nata sotto il patrocinio di Steven Spielberg e della sua DreamWorks, cosa che traspare in tutta evidenza nella sequenza dello tsunami, un brano che, per magia tecnologica e dovizia di mezzi, si colloca al massimo livello dei brani più noti visti in film sulle catastrofi, un genere molto frequentato dal cinema americano, ma non familiare a questo regista. A fronte di questi dubbi c’è una sorta di continuità filosofica con le ultime produzioni del cineasta che, almeno da Million Dollar Baby (2004) in poi, s’interroga con sempre maggiore frequenza sulla vecchiaia, la fine della vita e, di conseguenza, su ciò che ci attende oltre l’ultimo respiro. In questo le tre storie che compongono il film mostrano non pochi tratti di coerenza con le opere precedenti di quest’autore. Sono tre vicende ambientate in parti diverse del mondo, in Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. George Lonegan è un operaio di San Francisco che può comunicare con i morti, ma non vuole farlo ed è terrorizzato da questa sua facoltà. Marie è una giornalista televisiva francese sopravvissuta allo tsunami che, nel 2004, ha devastato alcune nazioni asiatiche e che non riesce più a rientrare nella normalità. Marcus è un bambino londinese, figlio di una tossicomane, che ha assistito alla morte del fratello gemello in un incidente stradale. Casualmente queste persone s’incontreranno in un finale all’insegna dell’amore ritrovato e della riconciliazione con la vita.
Un film poco personale, ma in cui brillano alcuni momenti di forte intensità e coerenza con le poetiche care a questo cineasta.
Un film poco personale, ma in cui brillano alcuni momenti di forte intensità e coerenza con le poetiche care a questo cineasta.