Tony Scott, fratello del più celebre Ridley (Blade Runner, 1982 - Thelma & Louise, 1991) appartiene a quella ricca schiera di cineasti inglesi che hanno fatto fortuna a Hollywood. Il suo cinema predilige le storie che consentono sequenze spettacolari, anche se non prive di riferimenti all’attualità, come nel caso di Man on fire - Il fuoco della vendetta (Man on Fire, 2004) o di Nemico pubblico (Enemy of the State 1998). Unstoppable – Fuori controllo (Unstoppable – letteralmente: inarrestabile – 2010) nasce dall’incidente ferroviario avvenuto in Ohio nel maggio del 2001, quando un treno merci che trasportava rifiuti tossici senza macchinista per oltre 100 chilometri, prima che un ferroviere riuscisse a saltare sulla motrice e tirare il freno.
Naturalmente nel passaggio dalla cronaca allo schermo il regista aggiunge un bel po’ di finzione. Costruisce una classica strana coppia – un anziano macchinista alla vigilia della pensione e un giovane capotreno assunto da poco – e immerge entrambi i personaggi in storie familiari difficili: uno è vedovo da non molto, l’altro è stato appena lasciato dalla moglie. Certo, dopo i primi approcci, la storia naviga a gonfie vele verso il classico film d'azione, ma lo fa con un’abilità e una suspense abilissime e di forte impatto emotivo. In questo si presenta come opera commercialmente intelligente e tutt’altro che banale, in ogni caso capace di presentare una storia che non disdegna il ricorso all’archetipo, ma lo fa con finezza e intelligenza.