Christopher Nolan (1970) è un cineasta d’origine inglese, ma attivo da anni nell’industria americana ove ha svolto funzioni di regista, sceneggiatore, produttore. Come autore ha filmato alcuni film particolarmente interessanti, come Memento (2000) e Insomnia (2002) in cui strutture narrative apparentemente poliziesche sono usate come terreno base per narrazioni molto segnate da ricerca del fantastico e, in alcuni casi, dell’horror. Questo modo di procedere, tuttavia, non ha mai raggiunto il livello di commistione registrato in Inception (Inizio), un mescolamento di carte spunto sino a rendere difficile la comprensione stessa della storia raccontata. In estrema sintesi potremo dire che si tratta dell’operazione rischiosa tentata da un gruppo di controllori dei sogni, che inseriscono, su commissione, nella testa del rampollo di un magnate dell'industria, non per carpire qualche segreto, ma per impiantarvi l’idea dello smembramento dell’impero appena ereditato.
Raccontata così, sembrerebbe una storia come tante altre, originale, ma non troppo. Il fatto è che la regia gioca con i livelli sempre più profondi che il sogno apre nel subconscio sino a traslocare, senza alcun segno di continuità, da un albergo ultramoderno, i cui locali ruotano come le gabbie di una giostra, a una landa innevata su cui si scatena una battaglia all’ultimo sangue con tanto di raffiche di mitra ed esplosioni a catena, da un pacifico interno borghese a un inseguimento stradale degno del più classico telefilm. Non si può proprio dire che il risultato finale sia molto apprezzabile, poiché l’innesto dell’azione nel fantastico, e viceversa, avviene in modo abbastanza stridente con sequenze che hanno poco a che fare le une con le altre. Per tacere del verboso filosofeggiare sulla realtà che sembra tale, ma è solo sogno e su non meglio precisati sensi della vita. In poche parole è un coacervo di cose e suggestioni non facilmente assimilabili.