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The American ·· Hot

Anton Corbijn, regista d’origine olandese specializzato in prodotti televisivi e video clip dei Metallica, ha tratto The american dal libro A Very Private Gentleman (1990) di Martin Booth (1944 – 2004), con molte variazioni rispetto alla pagina scritta. Una di queste è il cambio, da pittore a fotografo, della professione di copertura assunta dal protagonista, un assassino di professione in crisi materiale ed esistenziale. Una mutazione non da poco, perché rende assai poco chiaro l’appellativo di signore delle farfalle attribuitogli dagli abitanti del villaggio in cui ha cercato rifugio. Nel libro, infatti, erano questi lepidotteri a essere oggetto dei disegni del killer in fuga. Un assassino a pagamento che trova rifugio in un paesino abruzzese dopo una missione mal conclusa in Svezia.

Nella cittadina, vicina al piccolo borgo in cui è andato ad abitare, incontra una giovane prostituta (Violante Placido particolarmente orgogliosa di mettere in mostra seno e glutei) e s’innamora, riamato, di lei. Tuttavia il passato ritorna sotto le sembianze di una donna killer che gli commissiona un fucile di precisione destinato proprio a ucciderlo. Finale prevedibile con uccisione del cattivo che ha organizzato la trappola e morte del protagonista. Sono molti i criminali colti dal cinema nel momento in cui, stanchi della vita passata, decidono di cambiare strada, si pensi, solo per fare il primo esempio che viene alla mante, ad alcuni personaggi di film del francese Jean-Pierre Melville (1917 – 1973). Pochi, tuttavia, sono quelli tracciati con l’approssimazione e la scarsa attenzione che il regista dedica a questo. Un personaggio in cui George Clooney, che figura anche fra i produttori, si cala malamente, quasi infastidito e incapace di capirne spessore e i risvolti psicologici. In poche parole un film malriuscito e superficiale.

valutazione: 1 2 3 4 5

Titolo originale: The American; regia: Anton Corbijn; soggetto dal libro A Very Private Gentleman (letteralmente: Un gentiluomo molto discreto, 1990) di Martin Booth (1944 – 2004); sceneggiatura: Rowan Joffe; interpreti: George Clooney, Irina Björklund , Lars Hjelm, Johan Leysen, Paolo Bonacelli, Giorgio Gobbi, Silvana Bosi, Thekla Reuten, Guido Palliggiano, Samuli Vauramo, Antonio Rampino, Violante Placido, Filippo Timi; produttori: Anne Carey, George Clooney, Jill Green, Grant Heslov, Enzo Sisti, Moa Westeson, Ann Wingate; musica: Herbert Grönemeyer; fotografia: Martin Ruhe; montaggio: Andrew Hulme; ricerca attori: Béatrice Kruger; scenografia: Mark Digby; direzione artistica: Denis Schnegg, Mikael Varhelyi, arredamento: Michelle Day; costumi: Suttirat Anne Larlarb; società produttrici: Focus Features, Greenlit Rights, Smoke House, This Is That Productions; nazionalità: USA; anno di edizione: 2010; durata: 105 min.

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