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Cella 211 ···

 

Il cinema spagnolo di genere si sta radicando con solide basi nei filoni che prevedono orrore, immagini sanguinolente, il tutto condito da spruzzate di politica. Cella 211 (Celda 211) di Daniel Monzón ne è un esempio. Alla base c’è quel cinema carcerario, di modello americano, che riduce al minimo le presenze femminili, prevede molte parolacce, situazioni sessualmente aggressive, botte, guardiani feroci e detenuti coriacei. Nel caso specifico il regista - seguendo la traccia del romanzo omonimo con cui ha esordito, nel 2004, Francisco Pérez Gandul – racconta di un secondino fresco di nomina che, per una serie di circostanze fortuite, viene a trovarsi nel bel mezzo di una rivolta.

E’ costretto a mescolarsi ai galeotti, fingendosi uno di loro. La moglie, accorsa al cancello del carcere non appena appresa la notizia della sommossa, è uccisa da una delle guardie carcerarie, un tipo cui piace picchiare e maltrattare i reclusi. Da questo la voglia di vendetta e l’inserimento definitivo fra le file dei rivoltosi. Il film abbonda di sangue, pestaggi e mette in scena anche terroristi baschi, ma al fondo rimane un classico carcerario basato sull’attesa di come si svilupperà la rivolta e che fine faranno i vari personaggi. La confezione è abile, il ritmo narrativo non presenta pause troppo appariscenti e la fotografia è d’alta qualità, doti che giustificano gli otto Premi Goya, una sorta di Oscar spagnoli, vinti dal film. Come dire un testo robusto, ma non originale.

valutazione: 1 23 4 5

Titolo originale: Celda 211; regia: Daniel Monzón; soggetto dal romanzo omonimo (2004) di Francisco Pérez Gandul; sceneggiatura: Jorge Guerricaechevarría, Daniel Monzón; interpreti: Carlos Bardem, Luis Tosar, Alberto Ammann, Marta Etura, Félix Cubero, Antonio Resines, Luis Zahera, Manolo Solo, Joxean Bengoetxea, Jesús Carroza, Juan Carlos Mangas, Manuel Morón, David Selvas, Vicente Romero; produttori: Álvaro Augustín, Pilar Benito, Priscilla Bertin, Vérane Frédiani, Juan Gordon, Emma Lustres Gómez, Elena Manrique, Borja Pena, Franck Ribière, Javier Ugarte; musica: Roque Baños; fotografia: Carles Gusi; montaggio: Cristina Pastor; ricerca attori: Eva Leira, Yolanda Serrano; scenografia: Antón Laguna; costumi: Montse Sancho; società produttrici: La Fabrique 2, La Fabrique de Films, Morena Films, Telecinco Cinema, Vaca Films; nazionalità: Spagna; anno di edizione: 2009; durata: 110 min.

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