Impresa improba, aggravata dal fatto che i personaggi partoriti dalla sua mente e fissati sulla tastiera del computer, prendono vita e lo visitano pretendendo, ciascuno, uno spazio maggiore di quello che hanno, sviluppi narrativi precisi e via dicendo. A questo punto il lettore avrà già capito che ci troviamo dalle parti del teatro di Luigi Pirandello (1867 -1936), in particolare dei Sei personaggi in cerca dautore (1920), ma anche di altri cineasti come Woody Allen (La rosa purpurea del Cairo - The Purple Rose of Cairo - 1985) e Buster Keaton (Sherlock Junior, in Italia La palla numero 13, 1924). Loriginalità di Gabriele Salvatores sta nel non nascondere questi richiami, ma utilizzarli per costruire una commedia deliziosamente sentimentale in cui anche la morte diventa un fattore di serenità. Un altro pregio dellopera è un altissimo livello della recitazione, mai visto Diego Abatantuono tanto convincente, e un uso della macchina da presa fluido ed essenziale. Una nota particolare meritano i pochi minuti in bianco e nero che accompagnano lesecuzione di un notturno di Fryderyk Chopin (1810 - 1849), un sentito, bellissimo omaggio a Milano.
valutazione: 1 23 4 5
Titolo originale: Happy Family; regia: Gabriele Salvatores; sceneggiatura: Alessandro Genovesi, Gabriele Salvatores; interpreti: Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Valeria Bilello, Fabio De Luigi, Corinna Agustoni, Gianmaria Biancuzzi, Alice Croci, Diego Abatantuono, Carla Signoris, Sandra Milo; produttore: Maurizio Totti; musica: Louis Siciliano; fotografia: Italo Petriccione; montaggio: Massimo Fiocchi; ricerca attori: Francesco Vedovati; scenografia: Rita Rabassini; direzione artistica: Rita Rabassini, Monica Sironi; costumi: Patrizia Chericoni; società produttrici: Colorado Film Production, Rai Cinema, Comune di Milano; anno di edizione: 2010; nazionalità: Italia; durata: 90 min.