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Il figlio più piccolo ··· Il figlio più piccolo ··· Hot

Il figlio più piccolo ···

 

Pupi Avati (Giuseppe Avati, 1938) è un regista che dimostra un’invidiabile costanza stilistica e produttiva. In quaranta anni di carriera, ha esordito nel 1970 con Thomas e gli indemoniati, ha diretto altrettanti film, alternandoli a qualche testo per la televisione. E’ un lungo percorso segnato nell’incursione in generi diversissimi, dal film storico a quello sulla musica (il jazz è la grande passione di quest’autore), a quello della memoria al testo intimo. E' una varietà di generi legata dal filo rosso di uno sguardo intimistico, attento più ai legami fra i personaggi che non a quelli con la Storia o la società. Anche quando ha messo in scena epoche lontane (Magnificat, 1993) o periodi politicamente travagliati (Il papà di Giovanna, 2008) la sua attenzione è sempre stata concentrata sulle relazioni fra i personaggi, trascurando quasi del tutto o assumendo in modo approssimato il quadro storico in cui s’inserivano.

Accade la medesima cosa in Il figlio più piccolo, che segna la prima volta in cui questo cineasta affronta l’attualità politica ed economica. È il ritratto di un piccolo – grande imbroglione, il faccendiere Luciano Baietti (Christian De Sica), che abbandona la moglie Fiamma (Laura Morante) il giorno delle nozze, lascandola sola a Bologna con due figli da accudire. Anni dopo lo ritroviamo - assistito dal fido Sergio Bollino (Luca Zingaretti), un ex – frate con il pallino della finanza creativa - mentre cerca di sottrarre all’attenzione del fisco un impero costituito da decine d’imprese contenitore che ne nascondono altre, con un gioco di scatole cinesi che procede all’infinito. La soluzione sembra muovere su due binari: il matrimonio con una ricca signora appartenente al generone capitolino e l’intestazione del patrimonio oggetto di attenzioni erariali al figlio minore, Baldo (Nicola Nocella), un puro di cuore che rasenta l’ingenuità patologica, che lui non vede da anni. Un’operazione cinica che, tuttavia, fallisce in quanto, proprio il giorno delle nozze, scattano le manette ai polsi del fantasioso imbroglione che riesce a cavarsela con un anno di arresti domiciliari da passarsi fra le mura della casa della prima moglie, che lo accoglie a braccia aperte nonostante gli sgarbi subiti. Sono molti i riferimenti al marciume che segna il mondo politico e imprenditoriale dei giorni nostri, ma ciò che interessa al regista è il legame fra il genitore lestofante e il figlio generoso e sognatore. Il film funziona assai bene sul piano della descrizione dei caratteri e dalla conduzione degli attori con Christian De Sica che riscatta, almeno in parte, la beceraggine che caratterizza le sue apparizioni nei cinepanettoni. Ciò che resta fuori è, invece, il quadro di una società che ha fatto dell’apparenza e della corsa al potere gli unici obiettivi dell’esistenza.

valutazione: 1 23 4 5

Titolo originale: Il figlio più piccolo; regia: Pupi Avati; soggetto dal libro omonimo di Pupi Avati; sceneggiatura: Pupi Avati; interpreti: Christian De Sica, Laura Morante, Luca Zingaretti, Nicola Nocella, Nico Toffoli, Maurizio Battista; produttore: Antonio Avati; fotografia: Pasquale Rachini; montaggio: Amedeo Salfa; scenografia: Giuliano Pannuti; costumi: Steno Tonelli; società produttrici: Duea Film, Medusa Film; nazionalità: Italia; anno di edizione: 2010; durata: 100 min.

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