La città, meglio la memoria della città, funziona come una cartina di tornasole su cui misurare la malinconia per lo scorre e degli anni e lincomprensione, a tratti lorrore, per il presente. Enzo appartiene alla malavita di un tempo, quella che impazzava nellangiporto del capoluogo ligure, vivendo di ruberie spesso ai danni dei marinai americani sbarcati dalle navi da guerra alla fonda nel golfo contrabbando di sigarette, furti, sfruttamento della prostituzione. Una genia di criminali che non conosceva ancora il traffico della droga, il commercio delle armi, il business della contraffazione e si confrontava aspramente con la polizia, anche se non le mancava un sottile senso di rispetto per chi stava dallaltra parte. Intendiamoci, era un mondo ben lontano dallidealizzazione di cui lo riveste il regista, ma separato da anni luce rispetto a quello attuale. Un clima e unepoca che la regia fa rivivere con vecchi materiali documentari e cineamatoriali. Incunaboli visuali che riescono a dare il profumo del passato soprattutto a chi quegli anni li ha vissuti di persona. E questo il pregio e, nello stesso tempo, il limite di un film che mitizza un tempo e personaggi costruiti più attraverso una lettura superficiale del mondo di Fabrizio De Andrè numerose le citazioni dei lunghi in cui il cantautore è vissuto e ha raccontato che non con uno sguardo storicamente freddo. Un film molto, forse troppo sentimentale.
valutazione: 1 23 4 5
Titolo originale: La Bocca del Lupo; regia: Pietro Marcello; soggetto: Pietro Marcello; sceneggiatura: Pietro Marcello; interpreti: Vincenzo Motta, Mary Monaco; musiche: Era; montaggio: Sara Fgaier; fotografia: Pietro Marcello; suono: Emanuele Vernillo, Riccardo Spagnol; produttori: Francesca Cima, Nicola Giuliano, Dario Zonta; ricerca Repertori: Sara Fgaier; società produttrici: Indigo Film, LAvventurosa Film; Rai Cinema, Babe Films; anno di edizione: 2009; nazionalità: Italia; durata: 68 min.