Everest di Baltasar Kormákur è una superproduzione incentrata sulla tragica conclusione di una scalata organizzata nel maggio del 1996 da due società di turismo estremo, la Mountain Madness e la Adventure Consultants, che costò la vita a otto alpinisti fra cui i due organizzatori.
Il film prende spunto dal libro Aria sottile di Jon Krakauer, anche se sullo stesso fatto esiste un altro volume, The Climb (L’arrampicata), scritto da Anatoli Boukreev. Il gioco registico guarda quasi esclusivamente alla maestosità dei panorami (parte del film è stato girato in Alto Adige) e alle personalità degli scalatori, senza porsi domande su ciò che incuriosisce davvero lo spettatore: quale è il legame fra affarismo e rischi di morte in queste operazioni al limite del possibile. Il film è girato in 3D e offre la dose di spettacolo che promette, ma non va oltre la superfice delle cose con tanto di trepidazioni, da parte di uno degli organizzatori per la figlia in arrivo.