All over lovely è una piéce teatrale a due personaggi, scritto dall’inglese Claire Dowie che ha avuto la sua prima nel 1996: è già opera matura della drammaturga, attrice e performer il cui primo lavoro, Cat And Mouse, era stato messo in scena nel 1986. È un dialogo acceso sul risveglio sessuale degli adolescenti, sul lesbismo politicizzato, su come essere una donna nel mondo del femminismo moderno, sul sentirsi anarchici anche divenendo madre, sulle comuni diventate specie di cooperative in cui si producono beni (qui si parla di agricoltura bio) poi venduti a persone che possono permettersi prezzi più alti: in questo vi è un ulteriore fallimento degli IDEALI.
La forza delle parole, di un rapporto tra amiche che si sono sempre odiate (o che, quantomeno, hanno molto da recriminare l’una contro l’altra) ha avuto molteplici versioni teatrali l’ultima delle quali a firma delle due attrici genovesi – sono diplomate alla scuola del Teatro Stabile - Cristina Pasino ed Emanuela Rolla che curano anche la regia e ne sono anche interpreti. Conoscono bene il testo perché lo hanno rappresentato varie volte sempre con buon successo nel corso delle ultime stagioni, e questo le aiuta a trovare una costruzione dei personaggi mirata in cui è difficile vedere l’attore che recita: loro sono le due donne che portano sul palcoscenico. Bene studiati gli stop nei dialoghi, con spazio anche per un frammento del delizioso Andy Pandy ..watch with mother (1952) prodotto dalla BBC con marionette create da Freda Lingstrom e Maria Bird, che viene proiettato nel suo splendido bianco e nero. Piccole trovate, la ricerca di un’originalità senza mai discostarsi troppo dal testo della Dowie, la capacità di rendere il dramma che separa e unisce queste donne con reciproca necessità di riallacciare il loro rapporto: tutto è femminilità, sorellanza e sessualità, anche i duri scontri tra le due donne ormai non più giovanissime. Applausi convinti per attrici impegnate anche fisicamente nella resa delle tensioni tra le due. Sono cresciute insieme e si incontrano poco prima del funerale della madre di una di loro. Da qui inizia un gioco-scontro sugli ideali del femminismo nella società contemporanea. Tutto si svolge nella sfera del profondamente ‘privato’ ed un intellettualismo di facciata. Una di loro sostiene con aria di sfida che utilizzare il rossetto o guidare auto di lusso non siano tradimento al femminismo; mentre l’altra ha tacitato i principi anarchici producendo in una comune frutta e verdura rigorosamente biologica. La loro conversazione – a volte cattiva, a volte comica, a volte amorosa – rivela una relazione composta da gelosie dell’infanzia e dal risveglio sessuale adolescenziale, in cui le due protagoniste si trovano divise tra lesbismo politicizzato e il compromesso femminista.