Film che poteva avere nell’idea iniziale una buona base per una commedia non occasionale, ha nella sceneggiatura il suo limite più grande, con battute che spesso funzionano ma che hanno lo spessore di gag messe una vicina all’altra senza mai riuscire ad amalgamarsi in maniera completa.
Deus ex machina di tutto è il simpatico e bravo Max Giusti che ha concepito l’idea iniziale, è tra i vari sceneggiatori ed è il protagonista. Con quella sua bonomia riesce a fare dimenticare una certa improbabilità di quanto raccontato e alcuni buchi nello script: si sorride più per la bravura di buoni caratteristi che non per quanto dicono. Oltre a Paolo Calabresi, Dino Abbrescia, Antonello Fassari e Massimo Wertmüller c’è una deliziosa Loretta Goggi nel ruolo della madre del protagonista. Terza regia dell’eclettico Francesco Mandelli – attore e musicista molto amato dai giovani noto soprattutto per i lavori in coppia fatti con Fabrizio Biggio, soprattutto I soliti idioti - dopo La solita commedia: Inferno (2015) codiretto con Fabrizio Biggio, Martino Ferro e Bene ma non benissimo (2018) dimostra di avere acqiosito discreta tecnica ma non un suo stile. Agente immobiliare da sei mesi, spiantato dopo avere ceduto il negozio di famiglia, è padre di due figli che non gli danno importanza, e separato dalla moglie che l’ha lasciato per il Re della Zumba. Vive con sua madre a sua volta separata. Per fortuna ha due amici, un barista e un tuttofare. Quest’ultimo dà un buon consiglio: comprare il suo primo smartphone. Ma quello che gli vende un anziano cinese non è un telefono qualunque: con un tasto si può tornare indietro di sessanta secondi. Da quel momento tutto sembra poter cambiare e proverà a raddrizzare pezzo per pezzo la propria vita, a partire dai suoi rapporti con la famiglia