Due ore e mezzo di effetti speciali (o quasi) possono entusiasmare gli appassionati del genere e portare allo sconforto gli altri, ma chi va a vedere questo tipo di film non può pretendere che si stravolga la stessa ragione di essere del prodotto per crearne uno che coniughi azione e avventura. Il giudizio sullo spettacolo è come sempre positivo, meno se lo si valuta quale vero e proprio film.
E’ già annunciato un Transformers 7 (2019) di cui per ora Michael Bay è solo produttore esecutivo e questo dimostra che la formula è vincente, con buona pace di chi non accetta questo spettacolo popolare. Il film è costato letteralmente una follia – oltre 217 milioni di dollari – ma basta vedere qualche scena per capire dove siano stati spesi: in 2 giorni, comunque, il film ha già incassato oltre 30 milioni. Agli interpreti, alcuni dei quali illustri, viene chiesto di dimenticare la loro bravura e di assecondare la storia – anche se la sceneggiatura cerca di renderla più complessa – per portare il film verso un decoroso finale. Non bisogna cercare troppa logica nella costruzione dei vari personaggi e nel loro utilizzo, a tratti un po’ grottesco, in una vicenda che spesso appare fantasiosa e poco plausibile. Auto che diventano robot che si muovono in un’aria che è più pericolosa della terra. Quest’ultima esplode in mille effetti che trasformano gli spettatori in bambini che si lasciano trascinare dentro una fiaba. Inutile dire che il mondo è in pericolo, che ci sono dei buoni che si muovono per salvare il pianeta e che la divisione tra eroi e cattivi è decisa, senza possibilità di dubbio. Del resto, la bravura di chi realizza questi spettacoli è proprio nel non far pensare lo spettatore, ma semplicemente fargli sfogare la sua fantasia repressa dalla grigia realtà. E’ il quinto capitolo della serie cinematografica dedicata ai giocattoli creati dalla Takara (oggi Takara/Tomy) per commercializzare il successo dei vari disegni animati giapponesi – la società ora passata alla Hasbro che inserì nella linea Microman veicoli o robot trasformabili - e sequel di Transformers 4 - L'era dell'estinzione (Transformers: Age of Extinction, 2014), non è né peggiore né migliore degli altri della serie. Rivediamo Mark Wahlberg nello stesso ruolo dell’ultimo film della serie, mentre ritroviamo Josh Duhamel e John Turturro nei personaggi da loro interpretati nei primi tre film della saga. Nelle new entry spicca Anthony Hopkins a cui si affiancano Laura Haddock, Isabela Moner e Santiago Cabrera. La regia, sicuramente funzionale anche se non certo interessante, è dell’esperto Michael Bay al timone anche del quarto episodio. Gli Umani e i Transformers sono in guerra. L’unica maniera per salvare il futuro degli uomini è ben celata tra i segreti di Stato, nell'oscura storia dei Transformers sul pianeta Terra di cui vengono rivelati oscuri particolari. Si uniscono tra loro Cade Yeager, Bumblebee, un Lord inglese e un'insegnante di Oxford con la speranza di salvare la Terra.
