Difficile trovare un film definito come horror che possa tanto interessare quale questo realizzato da Mike Flanagan che ha sviluppato l’idea base del suo cortometraggio Oculus: Chapter 3 - The Man with the Plan (2006) in un film dove sono più importanti i dialoghi che non le scene da paura. Due fratelli hanno vissuto un dramma undici anni prima quando hanno assistito, ma anche provocato, la morte dei genitori. Il ragazzo diviene maggiorenne ed esce dal manicomio dove è stato tenuto fino alla maggiore età per avere ucciso il padre, la sorella ventitreenne vive in apparente serenità ma vuole vendicarsi dello specchio che racchiude le entità che hanno fatto impazzire padre e madre.
Con l’alternarsi di scene ambientate ai giorni nostri a quelle dei due protagonisti bambini, si costruisce una struttura drammatica molto funzionale dove il rapporto positivo tra i due giovani permette che ogni cosa sia superata. Il padre aveva comperato una specchiera antica e da quel momento la serenità della famiglia era scomparsa. L’uomo incatena la madre in camera da letto, lei è pazza o è impazzita per questo trattamento. Intanto, i bambini si accorgono di strane presenze, di demoni che si vedono all’interno o fuori dello specchio. Da adulti vogliono uccidere l’entità che domina lo specchio per vendicare la morte dei genitori e di tutti quelli da lui uccisi quando era ospitato nelle loro case. Il taglio è teatrale con due soli cambi di scena e con l’utilizzo quasi statico dei cinque personaggi: i ragazzi, i genitori e lo specchio. Proveniente dal montaggio, il regista utilizza la sua esperienza fino dall’inizio in cui fraziona l’azione mantenendo l'integrità dei concetti, aggiungendo significato attraverso l'unione di momenti differenti, aiutando a capire cosa accade attraverso l’alternarsi tra presente e passato e, all’interno di queste entità temporali, anche tra momenti diversi della stessa situazione. L’autore crea contaminazione tra i flashback e quanto immaginato dai protagonisti. Nella coppia fratello-sorella impegnata nella consueta lotta contro forze superiori la più determinata e bene costruita è la ragazza. Non è mai prevedibile, è spinta dalla voglia di vendetta ma senza che questa prenda la piega dell’ossessione; è lucida e sicura, è una determinata macchina da guerra che non teme di affrontare una realtà che non conosce. Combatte contro l’ignoto, rincuora il fratello e lo aiuta a superare il terrore che lo avvinghia. Thriller psicologico nella prima parte e horror puro nella seconda, il cineasta sperimenta soluzioni originali ma complesse senza mai pregiudicare la comprensibilità del racconto.