Dirigendo Benvenuto Presidente! Riccardo Milani fa tesoro della sua opera prima Auguri professore (1997) dove Silvio Orlando era un ingenuo insegnante a contatto con la vita fatta di tanta malizia. Nei primi minuti si ha l’impressione di essere di fronte ad un film interessante per contenuti ed in cui la sceneggiatura ha disegnato con attenzione un personaggio che incarna tutti gli ingenui del cinema, da Charlot a Roberto Benigni attraverso il Monsieur Hulot di Jacques Tati: è bello anche se sopra le righe, conquista subito per la simpatia.
Tuttavia, abbandonato il paesino di montagna per il Quirinale, il pescatore Claudio Bisio si trasforma in macchietta con concessioni all’umanità ma anche a scene di sesso. Sembra che i realizzatori si siano spaventati per quello che avrebbero potuto fare e si siano catapultati velocemente nei tristi canoni di certa risaputa commedia all’italiana dove l’intelligenza è bandita. Eppure alcune coincidenze incuriosivano: l’ingovernabilità attuale e l’impossibilità di trovare un Presidente della Repubblica che convinca tutti, i tre schieramenti che sono in privato amici tra loro. Non solo, Bisio ed il filosofo Servillo di Viva la libertà (2013) di Roberto Andò sembrano parenti molto stretti, capaci come sono di parlare alla gente, di ottenere incredibile gradimento. Poi tra i due si apre un abisso incolmabile. Dispiace perché nell’avventura è stato coinvolto un sempre bravo Omero Antonutti quale capo del Protocollo che ben presto diventa macchietta, Beppe Fiorello che dona un minimo di spessore al leader di una delle fazioni e presenze illustri come Lina Wertmüller, Pupi Avati, Gianni Rondolino, Gianni Cavina che tratteggia un uomo dei Servizi Segreti tanto poco credibile da potere essere anche vero. La Rai é coproduttrice con la Indigo Film (capace di ben altre prove) di una commediola a tratti pruriginosa ed in cui ogni cosa positiva è immediatamente castrata con sviluppi dozzinali: il servizio pubblico al servizio del box office. La storia è semplice. Non si trova accordo per il nome del nuovo Presidente della Repubblica, le tre fazioni fanno melina, giocano con nomi impossibili, poi casualmente senza mettersi d’accordo tra loro decidono di votare un nome simbolo come Giuseppe Garibaldi. Peccato che un uomo con questo nome e le caratteristiche per essere eletto esista davvero: è un bibliotecario precario che vive in paesino di montagna e ama la pesca. L’uomo accetta l’idea di andare a Roma e di presentare le sue immediate dimissioni ma, a contatto col mondo romano fatto di corruzione, decide di restare in carica per cercare di moralizzare. Con una situazione che fa venire in mente per un attimo Dave - Presidente per un giorno (Dave, 1993) di Ivan Reitman, il film perde per strada tutte le sue velleità è termina con un amore consumato tra il Presidente ed una sua bella collaboratrice. Bisio è accettabile, la regia di Riccardo Milani di servizio, la tatuata polacca Kasia Smutniak costretta a nudi che rendono il suo personaggio una caricatura, gli altri spesso utilizzati in situazioni al limite degli sketch.