44mo Karlovy Vary International Film Festival - Pagina 2

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44mo Karlovy Vary International Film Festival
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Il figlio maggiore
Il figlio maggiore
Sabato 4 luglio – Secondo giorno
Il Festival ha aperto con un film decisamente brutto, ha proseguito con un'opera professionalmente corretta, seguita da un buon film, anche se poco originale. I primi due titoli erano fuori concorso e hanno costituito altrettante delusioni. The Greatest (Il figlio maggiore) è l'opera d'esordio di Shana Feste e ha avuto ottime accoglienze al Sundance Film Festival, entusiasmi di cui si stenta a capire la ragione. Una famiglia della buona borghesia americana è sconvolta dalla morte del figlio maggiore, vittima di del conducente di un autotreno che ha investito l'auto in cui lui stava chiacchierando con la fidanzata, rimasta leggermente ferita. La madre non riesce a sopportare il dolore, mente il padre e il fratello minore se ne stanno facendo, seppur a fatica, una ragione. Le cose si aggravano quando la ragazza sopravvissuta annuncia di aspettare un figlio. Per il padre è quasi un segno di speranza, mentre la madre precipita ancor più nella disperazione. Pianti, scatti d'ira, litigate violente, poi tutto si accomoda e, elaborato il lutto, la nascita della nipote pacifica tutti. E' un melodramma prevedibile e decisamente sconclusionato, al cui bilancio assestano un corpo mortale i due interpreti principali, un Pierce Brosman che oscilla fra i vezzi alla 007 e le lacrime a cascata e una Susan Sarandon che sembra essersi completamente dimenticata le regole basilari della recitazione.
Una passeggiata meritevole
Una passeggiata meritevole
Le cose sono andate un po' meglio con Dobře Placená Procházka (Una passeggiata meritevole) ultima fatica di Miloš Forman. E' la registrazione della messa in scena di una famosa opera rock, creata nel 1965 da Jiři Suchy e Jiři Šlitr. Questo testo era già stato oggetto di una registrazione diretta dallo stesso Miloš Forman nel 1966, per un programma televisivo. Il regista ha rimesso mano a questo copione nel 2007, assieme al figlio Petr, per il Teatro Nazionale di Praga ed è quest'ultima versione l'oggetto del film. Come in molte commedie musicali, la storia conta poco, sono piuttosto le musiche e le canzoni ad avere un ruolo fondamentale. In breve si tratta di una coppia che sta divorziando ed è messa a soqquadro dalla notizia che riceverà un'eredità di un milione di sterline se farà un figlio. Pasticci prevedibili e ricerca disperata, da parte della donna, di un uomo che la metta incinta. Il punto debole del film è nella mancata presa di distanza della regia dalla rappresentazione teatrale. Miloš Forman si limita a piazzare la macchina da presa davanti al palcoscenico e a scegliere ora questo ora quel particolare senza farsi guidare da una precisa lettura della rappresentazione. Certo, la professionalità c'è tutta e la maestria nella scelta dei piani e nel montaggio è di grande livello, ma il senso complessivo dell'opera non va oltre la registrazione di un testo teatrale su cui sono stati fatti ben pochi interventi.
Applausi
Applausi
Molto meglio Applause (Applausi) del danese Martin Pieter Zandvliet, ritratto di un'attrice alcolizzata che ottiene grandi successi sul palcoscenico, ma ha una vita personale devastata. Divorziata da un anno e mezzo, non riesce a darsi pace di aver lasciato la cura dei figli al marito, ora accasato con una psicologa, e vorrebbe ritornate ad avere un rapporto con i piccoli. Per riuscirci, smetterà di bere, anche se, alla fine, sarà il teatro con i suoi applausi ad averla vinta. Un classico film da camera riletto in versione Dogma: quasi nessuna musica, macchina da presa sempre in movimento, preminenza del lavoro sugli attori. Un testo interessante anche se non originalissimo, ma sorretto dal lavoro di una grande attrice: Paprika Steen.