30° Festival Internazionale del Film de Il Cairo - Pagina 2

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30° Festival Internazionale del Film de Il Cairo
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Vediamo ora alcuni titoli in programma, iniziando da quelli di casa.
Ostoghommaya (Giocare a rimpiattino) di Emad El-Bahat è, meglio vorrebbe essere, il ritratto dell’inquietudine di una certa gioventù dorata, ricca di mezzi ma privata di ideali e ragioni profonde di vita. Il film ha una struttura composita che alterna lunghi momenti di dialogo, flash back, scene melodrammatiche, il tutto in una cornice da soap opera con pochi luoghi come sfondo, macchina semifissa, piani e contro piani in continuazione. In poche parole un linguaggio molto povero che si affianca ad un testo piuttosto modesto determinando un bilancio espressivo e politico decisamente misero.
Qas wi Lazk (Taglia e incolla) di Hala Khalil è una commedia d’amore su due coppie che finiscono con l’amarsi, anche se la prima conoscenza non è stata fatta nel migliore dei modi. Il tono è live, ricorda il cinema rosa e i telefilm per famiglie. Una ragazza che vuole emigrare in Nuova Zelanda si sposa con un uomo conosciuto casualmente solo per far aumentare il punteggio necessario ad ottenere il visto. Una sua amica, licenziata per sciatteria da un baracchino che vende hamburger, trova l’amore in uno scapolone donnaiolo e impenitente che si convince alla vita familiare. Il film è pieno di buoni sentimenti e patriottismo, il tutto insaporito da qualche irriverenza. Un film banale che funziona bene come esempio del cinema medio, industriale di regime, di questo paese. Evidenti le censure, non ci sono basi veri, né nudi di alcun genere.