04 Dicembre 2014
Indice |
---|
36° Festival Internacional del Nuevo Cine Latinoamericano 2014 |
Pagina 2 |
Pagina 3 |
Pagina 4 |
Pagina 5 |
Pagina 6 |
Pagina 7 |
Pagina 8 |
Pagina 9 |
Pagina 10 |
Pagina 11 |
Pagina 12 |
Tutte le pagine |
Si è inaugurata ieri sera al Teatro Karl Marx de L’Avana la trentaseiesima edizione della rassegna del nuovo cinema Latino Americano. La manifestazione è dedicata all’inarrivabile intellettuale colombiano Gabriel Garcia Marquez, grande amico di Cuba e presidente di giuria nella prima edizione della rassegna nel 1979. Il festival è iniziato con un bellissimo video in cui sono stati utilizzate molte immagini e un sonoro molto interessante dedicati a questo grande scrittore. Per meglio sottolineare questo legame che lo univa all’isola, c’è stato anche un recital dal vivo del suo grande amico Pablo Milanes, una voce splendida per canzoni piene di intense vibrazioni. Con una scelta più commerciale che culturale, il film dell’inaugurazione è stato Relatos salvajes (Storie pazzesche, 2014), che abbiamo già recensito all’uscita sugli schermi italiani. Un testo bello e divertente ma stridente con la scelta fatta dai selezionatori per gli altri film in competizione. Realtà alterata vulnerabile e imprevedibile in cui i personaggi attraversano la frontiera che divide la civiltà dalla barbarie. La storia di un cuore spezzato, un ritorno, un aereo in cui tutti conoscono la persona che li porterà alla morte, una tragedia in cui anche la violenza di tutti i giorni è il meccanismo che può portare nell'abisso, al piacere innegabile di essere fuori controllo.
Los Ausentes (Gli assenti, 2014) del trentaduenne messicano Nicolas Pereda, conferma lo stile minimalista del regista che già si era espresso con completezza in Verano de Goliat (Estate di Goliat, 2012), vincitore della sezione di Orizzonti della Mostra di Venezia. Un uomo sui settanta vive da solo sulla costa messicana del sud. La sua casa è reclamata da uno straniero e, non avendo documenti che comprovino i suoi diritti, rischia di perderla. Assiste alla seduta del consiglio che deve dirimere il caso ma, alla fine, non viene presa una vera e propria decisione. A causa di questo ulteriore stress la mente del uomo inizia a vacillare. Ricordi del passato lo tormentano durante il giorno, oggetti smarriti che diventano presenze oniriche e la casa che è demolita. Fa un giro in montagna per incontrare persone che conosceva in passato ma il ricordo di se stesso da giovane lo tormenta durante il viaggio. Ritrova le persone che gli erano care, ma nessuno lo ferma o lo ospita. Continua a vagare attraverso la foresta e le memorie. Si ritrova giovane, ma non riconosce se stesso tanto da chiedere ad un estraneo quale sia il suo nome. Insieme si ubriacano e cantano quasi sino a perdere i sensi. Il film è difficile e anche in una rassegna culturalmente impegnata come questa ha difficoltà a trovare estimatori. Pochissimi dialoghi, azione ridotta ai minimi termini, interminabili inquadrature del nulla, anche se, alla fine, questo modo di raccontare genera panico non disgiunto da interesse.
< Prec. | Succ. > |
---|