47° SITGES Festival Internacional de Cinema Fantàstic de Catalunya

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cartell sitges 2014 2S’inaugura venerdì il 47° Festival Internacional de Cinema Fantástic de Catalunya, il più grande nel suo genere con circa quattrocento film in cartellone. L’anno scorso sono stati accreditati più di seicentocinquanta giornalisti di quasi quattrocentocinquanta testate, quarantacinque della quali a dimensione internazionale, oltre centottantamila i biglietti staccati. Dal tre al dodici ottobre nell’incantevole città modernista a mezz’ora di treno da Barcellona, strade e lungomare saranno invasi da fan, schermi all’aperto, bancarelle su tutto quanto concerne il cinema fantastico di ieri e di oggi. Immancabile il trenino del Festival, dalla stazione ferroviaria al moderno Auditorio dell’hotel Meliá, dove il tappeto rosso si preannuncia affollato. Il primo a percorrerlo sarà il regista spagnolo Jaume Balagueró il cui attesissimo film Rec 4 aprirà il Festival.

E l’ultimo sarà Joe Dante, regista della commedia sugli zombi Burying the ex, che chiuderà la manifestazione. Dall’Italia arriveranno Franco Nero, Luigi Cozzi, Steve Della Casa e Maurizio Tedeschi, autori del film documentario I tarantiniani, che si affiancheranno a Roland Emmerich, Antonio Banderas, Milan Todorovic, Mike Cahill, Maria Kosty e altri cento cineasti per onorare le tredici sezioni del Festival che vanno dal cinema asiatico ai classici del fantastico, dagli attualissimi Seven Chances e Nove Visions a Midnight X-treme e Phonestatic passando dalle ultime tendenze nelle serie di TV fantastica (The big bang theory, Robot Chicken, Star Wars Speciale, Rick and Morty, Gotham, True Detective, The Knick, Trono di spade, Utopia, The dark side, Fargo), fino allo storico Brigadoon. I tarantiniani fa parte di un omaggio che il festival fa al giallo italiano con film di Dario Argento, Mario Bava, Ruggero Deodato, Lucio Fulci, Sergio Leone. E i classici dovranno vedersela con le centinaia di nuovi film delle molte sezioni di concorso, tra cui citiamo soltanto la principale, la sezione ufficiale di cinema fantastico che presenta trentasei film. Ecco i titoli: A Girl walks Home alone at night di Ana Lily Amirpour; Alleluia di Fabrice du Welz; Cub di Jonas Govaerts; Aux yeux des vivants di Julien Maury e Alexandre Bustillo; Dios local di Gustavo Hernández; El dia trajo la oscuridad di Martin Desalvo; Home di Nicholas McCarthy; How I live now di Kevin MacDonald; I origins di Mike Cahill; It follows di David Robert Mitchell; Jamie Marks is dead di Carter Smith; L’altra frontera di André Cruz Shiraiwa; La distancia di Sergio Caballero; Musarañas di Juanfer Andrés e Esteban Roel, Oculus di Mike Flanagan; Over your dead body di Takashi Mike; Pos eso di Sam; R 100 di Hitashi Matsumoto; Realité di Quentin Dupieux; Spring di Justin Benson e Aaron Moorhead; Stereo di Maximilian Erlenwein; Sword of vengeance di Jim Weedon; That demon within di Dante Lam; The Babadook di Jennifer Kent; The double di Richard Ayoade; The Guest di Adam Wingard; The midnight after di Fuit Chan; The Quiet Ones di John Pogue; The Rover di David Michod; The Signal di William Eubank; The Voices di Maryane Satrapi; This final Hours di Zak Hildtich; What we do in the shadows di Taika Waititi e Jemaine Clement; When animals dream di Jonas Alexander Arby; Young Ones di Jake Paltrow e Zomneavers di Jordan Rubin.


The Guest Film PosterIl Festival è decollato nel migliore dei modi. Franco Nero, in completo grigio, ha ricevuto La Macchina del tempo, Roland Emmerich il Premio alla carriera e súbito dopo un fiume di film, cominciando con la produzione spagnola Rec 4 di Jaume Balagueró. I critici non potranno vedere tutti i film del concorso ufficiale perché passano al ritmo di cinque o sei al giorno. Cominciamo con The Guest (L’ospite), quarto film di Adam Wingard dopo Home sick (Nostalgia, 2005), A Horrible Way to die (Un’orribile maniera di morire, 2010) e You’re Next (Ora tocca a te, 2011). Interpretato da Dan Stevens, è un thriller con momenti di commedia nera inserito nell’attuale contesto americano. David, reduce dall’Afganistan, bussa alla porta di una familia in lutto. Caleb Peterson, è morto in Afganistan. David si presenta per testimoniare gli ultimi istanti di vita di Caleb, amico d’armi. I genitori di Caleb insistono per ospitarlo e David accetta per un paio di giorni. Il caduto ha una sorella che lavora in un ristorante  e il fratello adolescente che a scuola subisce angherie perché ritenuto gay. David provoca e strapazza i bulletti e sistema il marito prepotente di un’amica di famiglia. A partire da questo momento lo spettatore sa che ci sono due David: quello rispettoso in famiglia, e quello duro e determinato che protegge fratello e sorella. E presto scoprirá anche che il giovanotto vuole comprare armi e sta cercando un chirurgo plástico per farsi cambiare i connotati. Sospettosa, la sorella s’informa sull’identitá di David. Faceva parte di un programma speciale. Súbito un gruppo di tiratori scelti si mette sulla sue tracce. Siamo a metá del racconto e lasciamo il seguito allo spettatore. Da dire che seppure violento, il film intrattiene, tra suspense e un barlume di follia che sembra percorrere tutto il film.
the-point-of-geeks-top-movies-to-see-in-october-21a77e54-5156-420b-af50-5c96ba7d7f4bProdotto da Gran Bretagna e Irlanda un altro film di cento minuti, il secondo di Jake Paltrow, fratello dell’attrice, e regista prevalentemente televisivo. Young Ones (Giovani) è una sorta di western ambientato in una landa desolata, tra futuro prossimo e fantascienza. Ernest Holm possiede una terra fertile, ma la siccitá non gli permette di sfruttarla. Perché un acquedotto in costruzione passi di lí si batte con tutte le sue forze. Jerome, il figlio adolescente lo aiuta, mentre Mary, la figlia diciottenne, intrattiene una relazione con un giovane sfaticato e violento. Inviso al padre, il giovane lo deruba. Quindi lo uccide fingendo un incidente. Sposa Mary e tenta di ereditare le terre. Girato con toni epici da far west, il film si divide in tre parti. La terza verte sulle scoperte e sulla presa di coscienza del giovane Jerome. Sorta di ballata selvaggia, ma anche di sfida rusticana, il film è pieno di luce e di paesaggi sconfinati ripresi anche con sfumature surreali.
I Origins posterL’americano Mike Cahill, che col suo primo film Another Earth (Un’altra terra, 2011) fece vincere qui a Brit Marling il premio alla migliore attrice, ha presentato I Origins (Io, le origini), storia d’amore sul filo della scienza interpretato da uno studente di biología molecolare specializzato sull’evoluzione dell’occhio umano. Collezionando foto di occhi, conosce una giovane della quale s’innamora e che muore in un incidente alla vigilia delle loro nozze. Laureatosi e sposatosi poi con la sua assistente, il giovane (Michael Pitt) avrá un bambino, sospetto di autismo, per la cui salute il padre si recherá in India dove, via Internet, ha scoperto una bambina con una pigmentazione degli occhi simile a quella del figlio. E l’incontro sará sorprendente perché la piccola orfana mostrerá gli stessi timori della sua prima ragazza. Tra scienza e sentimento  una storia inconsueta. 


immTra le centinaia di titoli messi in cartellone dal festivaldue film spagnoli in concorso hanno attirato l’attenzione per contrasto. Da un lato l’eccellente film d’animazione Pos eso (Appunto) del valenziano Sam, dall’altro il grottesco di cattivo gusto La distancia (La distanza) del barcellonese Sergio Caballero. Con quindici anni di esperienza nel campo dell’animazione con la plastilina, giá coregista, con Steve Box, di  Wallace & Gromit - La maledizione del coniglio mannaro (Wallace & Gromit, 2005) e autore di cortometraggi applauditi e premiati, Il primo esordisce in un lungo di settantanove minuti raccontando l’abbandono delle scene della ballerina Trini in seguito alla morte del marito. Al dramma si aggiunge il comportamento demente del figlio che sfugge a qualsiasi interpretazione medica e che costringe la povera donna a ricorrere a un exorcista. Gli incontri del ragazzo con quest’ultimo permettono al cineasta di costruire una satira originale pervasa di omaggi al cinema fantástico, il tutto con un occhio critico sulla societá spagnola, inventando  gag esplosive che hanno mandato il pubblico in visibilio. Tra satira e parodia, l’umorismo nero del regista dilaga cinico e profetico sullo schermo per la delizia degli spettatori.
MV5BMTcxOTg4NTY4N15BMl5BanBnXkFtZTcwNjM4MDg5MQ. V1 SY317 CR50214317 AL Incomprensibile invece la presenza di La distancia (La distanza), ottantatre minuti in una sperduta contrada siberiana dove tre nani russi, erotomani e criminali, vogliono impossessarsi della struttura che da origine al titolo, creata da un artista di performance austriaco rinchiuso in una centrale térmica abbandonata. I nani telepati uccidono senza problemi e hanno tutto il tempo per penetrare nella degradata struttura e impossessarsi dell’immagine. Manca soltanto il film!
Più complesso il film di Hong Kong The Midnight After (Dopo mezzanotte) del cantonese Fruit Chan. Complesse ma giá viste le peripezie di alcuni viaggiatori che alle tre del mattino salgono su un autobus di línea, e superato un tunnel si trovano in una Hong Kong deserta. Dispute e disperazione nella notte desolata mentre le ore passano e i malcapitati soccombono o spariscono. Troppo poco anche se il film dura due ore.  
kamikaze-girlsAnche il regista giapponese Tetsuya Nakashima ha cinquantacinque anni e come il cantonese ha girato un film di due ore, Kawaki, (Il mondo di Kanako). Anche il suo è un film complesso (leggi caótico) su un padre, ex detective e adesso guardiano notturno e alcolizzato, separato da tempo dalla moglie e che improvvisamente riprende i contatti perché la sua única figlia, Kanako, è scomparsa da sei giorni, e tre giovani sono stati uccisi. Interpretato da Koji Yakusho, il padre ha un aspetto ripugnante, e da spesso fuori di testa. Giá i primi contatti con la moglie diventano scontri violenti, ma quando dietro all’immagine della figlia innocente scopre il percorso di una ragazza compromessa tra droga e prostituzione si immerge in un sottomondo di giovani sbandati e fuorilegge: picchia duro, e spesso viene picchiato. Due ore di pestaggi, ripresi con un montaggio convulso tra scene cadenzate da un rock assordante e marcate da luci invadenti, e oscuri corpo a corpo che mettono in secondo piano la scomparsa di Kanako. Tuttavia alla fine il padre saprá tutto sulla figlia, e sará una storia diversa da quelle immaginate.


A-Girl-Walks-Home-Alone-At-NightUn tocco d’oriente al Festival o, meglio, similoriente perché la produzione è statunitense e la regista, giovanissima, è nata a Londra da genitori iraniani e si è poi trasferita negli Usa dove si è formata all’UCLA. Tuttavia Anna Lily Amirpour non tradisce le sue origini iraniane e  ambienta la vicenda in un malfamato quartiere di Teheran, Bad City. A Girl Walks Alone at Night (Una ragazza cammina da sola di notte), giá applaudito al Sundance Film Festival è parlato in farsi ed è girato in bianco e nero. Opera prima di cento minuti si muove tra il mondo dei fumetti e quello dei vampiri, narrando una storia maledetta dalla quale la regista estrae una vicenda d’amore. Un giovane lavora duro per comprarsi una decapottabile, ma quando riesce nell’intento se la vede portar via da uno spacciatore che vende droga a suo padre. L’uomo, peró, dopo aver maltrattato la prostituta del quartiere porta a casa una ragazza che cammina sola nella notte. E’ un vampiro, e per lui è la fine. Di nuovo sola nella notte, la ragazza incontra il giovane e rimane colpita dalla sua gentilezza. Si prospetta un amore impossibile nella cittá malfamata ma gli eventi si susseguono e i due si perdono di vista. Racchiuso in un microcosmo il racconto scorre lento e inesorabile, compiendo destini che sembrano racchiusi nei caratteri delle persone. I toni da western urbano lasciano spesso spazio a tocchi malinconici in un involucro tutto sommato romántico di una esordiente che ha dichiarato di apprezzare il ballo, Bruce Lee e David Lynch.
The-Voices-2014-Movie-PosterE sempre dal Festival di Sundance è arrivato un altro film al femminile e ancora firmato da una regista di origine iraniana. Marjane Satrapi, famosa per la sua graphic novel Persepolis e del film che ne trasse nel 2007 Qui è in concorso con The Voices (Le voci), film con attori: il protagonista è Ryan Reynolds, dura 103 minuti. Commedia nera dai toni surreali, narra di un giovanotto complicato, Jerry, in analisi per un passato che lo ha segnato per sempre. Aveva piú o meno otto anni quando la madre sofferente gli chiese di ucciderla per mettere fine al suo strazio. Ora lavora in una ditta di imballaggi e vive con un gatto cinico, Mr. Whiskers, e con l’amato cane Bosco. I due animali parlano e costituiscono la sua coscienza. La trama del film è la solitudine: chi è solo attira su di sé tutti i mali del mondo. Jerry, peró, ha difficoltá a relazionarsi. Confida al gatto le sue pene d’amore ma non riesce a essere sincero con la sua analista. Una notte dá un passaggio a una collega. Un cervo si schianta contro il suo furgone e la ragazza è in fin di vita. Ricordando sua madre, la uccide per non farla soffrire. E ne conserva la testa nel frigo. Nel suo mondo mágico la testa dialoga con lui perché il giovanotto si trova dentro a una favola in balia di uno stravagante delirio. Ci saranno altre morti perché il mondo di Jerry sembra essere soltanto nella sua immaginazione e le sue reazioni sono imprevedibili. La chiave del racconto sta forse nel finale dove vivi e morti vestiti a festa cantano e ballano felici in una sorta di musical pop in technicolor. Il pubblico ha applaudito.
50781Dalla Francia, invece, ritorna un autore assiduo di questo festival. Quentin Dupieux, applaudito negli ultimi anni per film inconsueti e spesso inclassificabili come Rubber (2010), Wrong (2012) e Wrong Cops (2012) ha girato una commedia nera in tono minore. Realité (Realtá) è il nome della bambina protagonista. Gli altri vivono sogni, chimere, incubi. Al centro un regista che propone il soggetto di un film di terrore e un produttore che promette di finanziarlo se lui riuscirá a registrare il grido piú straziante della storia del cinema. Il tema: programmi televisivi che schiavizzano gli utenti mediante fortissime onde magnétiche che potrebbero anche uccidere. Interpretato da un noto attore francese, Alain Chabat, e da Elodie Bouchez, il film si avvale di alcune gag riuscite ma nell’insieme sa di giá visto, soprattutto nel finale quando il regista entra in un cinema dove si proietta il film che lui vorrebbe girare.


 

MV5BMjI1MDc1NTg0NV5BMl5BanBnXkFtZTgwNzAxOTgwMTE. V1 SY317 CR50214317 AL Si potrebbe dire che i film scorrono a fiumi sugli schermi del festival dalle otto e mezzo del mattino alle tre del giorno dopo. Lle sale sono piene dove il problema è la scelta dei film, perché accanto alle anteprime figurano perle da altri Festival, da Adieu au langage (2014) di Jean-Luc Godard a Maps to the Stars (2014) di David Cronenberg. Restando nei limiti del concorso ufficiale, tuttavia, si è visto un film tedesco, Stereo del quarantenne berlinese Maximilian Erlenwein. Difficile nascondere la dipendenza dal film di Cronenberg, Una storia di violenza (2005), nel narrare la doppia vita del protagonista. Si apre con un meccanico sulla quarantina, Eric, che ha un’officina  nella campagna tedesca, accanto alla casa della fidanzata che ha una bambina. Non s’intende bene col padre di lei, un agente di polizia, ma la sua vita è tranquilla. Quando si accorge della presenza di un giovane che lo tallona, scopre anche che lui è l’unico a vederlo e ne parla con una psicóloga. La situazione peggiora quando brutti ceffi in carne e ossa lo invitano a una riunione. Sará un caso di amnesia, ma lui ha un passato di duro che una banda di spacciatori gli sbatte in faccia. Per vendicare la morte del fratello, (è il giovanotto che gli appare continuamente), Eric ha prodotto guasti e morti, ma non ricorda nulla. Sembra non rendersi conto di essere in trappola nella tana di fuorilegge che hanno sequestrato le persone a lui care. Senza svelare il finale, va detto che la tensione accompagna i 95 minuti del film dove peró la cosa più importante è l’interpretazione di Jurgen Vogel e Moritz Bleibtreu.
cftv8691C’era molta attesa per il film catalano L’altra frontera (L’altra frontiera), opera prima di André Cruz Shiraiwa, originario di Sao Paulo. Interpretato da Ariadna Gil, il film introduce in un universo concentrazionario. Si ha l’impressione di un reality show in un campo nazista. Il fatto è che tutti vogliono entrare perché fuori del campo non c’è né da bere né da mangiare. La guerra ha distrutto la casa di Hannah, e suo marito è morto. Col figlio León, è stata ammessa nel campo. Devono lavorare e dimostrarsi leali se non vogliono essere espulsi. E possono salire di livello se si dimostrano meritevoli. Purtroppo nel campo un uomo ricatta Hannah perchè sa che ha ucciso il marito che la brutalizzava. Per non essere espulsa, Hannah accetta di sposarlo provocando peró la risentita ribellione del figlio. Niente di nuovo sotto il sole perché la rappresentazione di questa futuribile catástrofe è priva di originalitá: parla del futuro mettendo in scena un passato noto. Brava l’attrice, ma non basta.
E di terza guerra mondiale parla anche il britannico  How I live now (La mia vita How-I-Live-Now-posterora) di Kevin McDonald, regista di L’ultimo re di Scozia (2006). Tratto dall’omonimo bestseller di Meg Rosoff, il film parla di adolescenti. Dall’America Daisy (Saoirse Ronan), sbarca nella campagna inglese per una vacanza con i cugini britannici. Igienista, mantiene le distanze dai chiassosi e stravaganti parenti, ma è colpita da Edmund, il piú grande, che lavora sodo e alleva un falco. L’inizio di un idillio è peró stroncato dallo scoppio della guerra. I giovani vengono separati e le ragazze vengono inviate in una zona sicura. Mesi dopo, quando la zona viene attaccata, Daisy e la cuginetta scappano e decidono di tornare a casa alla ricerca di Edmund. Dovranno affrontare dure e insidiose giornate di marcia attraverso la campagna. Dopo il simpático incontro tra cugini, le schermaglie e la descrizione di caratteri, il film si fa serio descrivendo un’ipotetica guerra, e diventa una romántica storia d’amore attraverso la lunga e ostinata ricerca di Daisy. Gli avvenimenti hanno permesso a Daisy di maturare, ma la sua vicenda personale occupa improvisamente tutta la scena.    


these final hours ver2 xlgSi susseguono visioni apocalittiche sugli schermi del Festival e frequenti i remake dei remake. These final Hours (Le ultime ore), cento minuti, dell’australiano Zak Hilditch, opera prima dopo il superpremiato corto Transmission, non racconta niente di nuovo, né si avvale di nuovi stilemi. Tuttavia riesce ad accattivarsi l’attenzione dello spettatore con un racconto teso e ben costruito. Narra le ultime dodici ore di vita in Australia in attesa dell’onda di calore che ha già distrutto l’emisfero occidentale. James (Nathan Phillips), si è appena congedato dalla sua donna per vivere la fine del mondo in una festa orgiástica organizzata da un amico. Sulla strada, però, incontra una bambina alla ricerca del padre. Dopo averla difesa dall’aggressione di due balordi, James decide di aiutarla. Su strade disastrate, dove diventa difficile rifornirsi di benzina, il giovanotto segue un percorso che sembra anche una rivisitazione della sua vita. Scopre che l’ex moglie e le bambine sono morte; sua madre attende serena la fine componendo un puzzle; gli amici festeggiano sull’orlo della follia; la bambina ritrova la casa e i genitori morti. Dodici ore convulse per James, ma prima che il tempo scada, capisce che l’unico approdo è la donna che ha lasciato.
Jamie-Marks-Is-DeadPer l’americano Mike Flanagan il male è in uno specchio. Lo racconta in 104 minuti con Oculus, dal romanzo Gerald’s Game (Il gioco di Gerald) di Stephen King, interpretato da Karen Gillian e Katee Sackhoff. In concorso, il film fa parte di quelli già visti altrove, come alcuni di Cannes, candidati ad altri premi, quali gli eccellenti Relatos salvajes (Racconti selvaggi) dell’argentino Damián Szifron o il sudcoreano A hard Day (Un giorno difficile) di Kim Seong-hun. Di qualche interesse Jamie Marks is dead (Jamie Marks è morto), seconda fatica dell’americano Carter Smith, che indaga sul mondo adolescenziale con un racconto tra vivi e morti. Ambientato nel mondo del bullismo, narra del ritrovamento del corpo nudo di uno studente sulla riva di un fiume. Ne rimarranno seriamente colpiti Grace, che ha rinvenuto il cadavere, e Adam, amico del defunto, anche perché si ritengono colpevoli involontari della sua morte per non averlo mai difeso dalla vessazioni del branco. Aggirandosi di notte sul luogo del ritrovamento, i due saranno visitati dal fantasma del morto, la cui presenza diventa sempre piú assidua accanto ad Adam provocando la gelosia di Grace. La rivelazione alla fine dei cento minuti sorprenderá molti spettatori, ma altri avranno già intuito il finale. I protagonisti: Cameron Monaghan, Noah Silver, Morgan Saylor.
RB-ASMODEXIA-POSTER-2-1-thumb-1500x2222-47719Nella Secció Oficial Fantástic Special, l’esordio di Marc Carreté, proveniente dal mondo della pubblicitá, col film Asmodexia, curioso per il fatto di aver messo in scena un exorcista nella periferia di Barcellona, ma imperdonabile per aver assemblato immagini e situazione giá viste negli ultimi quarant’anni di cinema orrorifico. Il pretesto: un sacerdote e la nipotina camminano durante quattro giorni nei sobborghi di Barcellona per aiutare tutti coloro che sono posseduti dal demonio. Fortunatamente dura soltanto 80 minuti. 


490A un paio di giorni dalla cerimonia di clausura, il Festival festeggia Antonio Banderas, protagonista di una produzione búlgaro-spagnola, Autómata (Automa) di Gabe Ibañez. In concorso si è visto Kuime liberamente tradotto Sul tuo cadavere, ultimo film di un amico del festival: Takashi Miike. Questa volta, peró, il famoso autore giapponese ha lasciato da parte il sottomondo nel quale ambientava crimini e misfatti per cimentarsi con un testo classico del teatro kabuki, Yotsuya Kaidan, scritto da Tsuruya Nankobu circa duecento anni fa. Questa, che in Giappone è una delle piú famose storie di fantasmi, è stata portata spesso sugli schermi. Nella  variante del registo si svolge ai giorni nostri in uno studio dove se ne prepara la messinscena. Incentrata su tradimenti e vendette, la vicenda si copre di sangue quando situazioni drammatiche lasciano la finzione per diventare reali. Al centro la storia di una moglie uccisa dal marito, che se ne è voluto liberare per sposare un’altra. La donna esce dalla tomba  e compie la sua vendetta. Il film dura cento minuti, come molti altri film in concorso, e, a differenza delle opere precedenti di questo cineasta, ha un ritmo lento, rituale, seppure costellato di morti.
197694E di morti e di accoltellamenti si parla in un altro titolo in concorso, Aux yeux des vivants (Agli occhi dei vivi) dei francesi Julien Maury e Alexandre Bustillo. Autori di altri due film di terrore, A l’intérieur (All’interno, 2007) e Livide (Livido, 2011), i registi raccontano di tre scolaretti impertinenti che s’intrufolano nella cantina di un set abbandonato un tempo usato per girare un film western e dove ora si nasconde un uomo con un figlio mostruoso che ha sequestrato una ragazza. I bambini scappano, ma il mostro s’introduce di notte nelle loro case provocando morte e terrore. Va detto che anche nei film di terrore ci sono regole da rispettare. Cosa che non fanno gli autori in un contesto dove persone che vengono accoltellate con tanta veemenza da uccidere un toro restano in vita. E altri dettagli che dopo un’impostazione ben riuscita, denotano un fastidioso pressapochismo.
Sangue anche dal Belgio. Lo sparge Fabrice du Welz col film Alleluia (Le conseguenze della gelosia) interpretato da Lola Dueñas e Laurent Lucas. alleluia cannes 0Affermatosi con opere noir quali Calvaire (Calvario, 2004)  e Vinyan (2008), il regista insiste ispirandosi a un fatto di cronaca. Gloria si è appena separata da un marito geloso e incontra Michel, un truffatore che si finge innamorato. Donna forte e istintiva, Gloria scopre i suoi maneggi, ma è tanto innamorata che giunge a un accordo: faranno insieme le truffe, ma la loro relazione dovrá durare. In realtá si amano alla follia e d’accordo cercano signore di mezz’età alle quali estorcere denaro fingendosi fratello e sorella. Gloria peró non ha tenuto conto del fatto che il complice è un seduttore, né lui ha fatto i conti con la gelosia della donnaa, che aggredirá con violenza le partner del compagno durante un amplesso. Dopo di che le uccisioni diventano una prassi. Tra amore e follia, un ritratto nerissimo di due sbandati che battono la provincia.


I premi

I Origins posterUltimi fuochi dell’imponente cavalcata di circa quattrocento film proposti dal festival alla presenza di Joe Dante il cui film Burying the Ex (Seppellendo la Ex) chiude le proiezioni. I premi sono arrivati a valanga: una dozzina le sezioni con giurie, oltre ai premi di istituzioni e associazioni.
Cominciamo con la Secció Oficial Fantàstic SITGES 47. La giuria ha assegnato il premio per il miglior film a I Origins (Io, le origini) di Mike Cahill. Premio speciale per The Babadook di Jennifer Kent. Migliore regia a Cub (Ragazzo selvaggio) di Jonas Govaerts. Ex-aequo per attori e attrici. Attori: Nathan Phillips per These final Hours (Le ultime ore) di Zak Hildtch e Koji Yakusso per Kawaki, (Il mondo di Kanako) di Tetsuya Nakashima. Attrici: Essie Davis per The Babadook di Jennifer Kent e Julianne Moore per Maps to the Stars (Mappa delle stelle) di David Cronenberg. Premio alla sceneggiatura a Jake Paltrow per Young Ones (Giovani), premio alla fotografia a Carter Smith per Jamie Marks is dead (Jamie Marks è morto), premio per i migliori effetti speciali a William Eubank per The Signal (Il segnale), miglior corto: Oscar desafinado (Oscar stonato) di Mikel Alvariño. Menzioni speciali per Pos eso (Appunto) di Sam, What we do in the Shadows (Che cosa facciamo nell'ombra) di Taika Waititi, Jemaine Clement, A Girl Walks Alone at Night (Una ragazza cammina da sola di notte) di Ana Lily Amirpour e Spring (Primavera) di Justin Besson, Aaron Moorhead. What we do in the Shadows (Che cosa facciamo nell'ombra) ha vinto anche il premio del pubblico.
I premi della Secciò Oficial Fantàstic Orbita. Miglior film Hyena (Iena) di Gerard Johnson, migliore regia Cold in July (Freddo a Luglio) di Jim Mickle, menzione speciale a ’71 di Yann Demange.  
Secciò Oficial Fantàstic Panorama: miglior film The Treatment (Il trattamento) di Hans Herbots; menzione speciale Creep (Deriva) di Patrick Brice.
Premio Méliès d’argento a Goodnight Mommy di Veronika Franz, Severin Fiala; miglior corto, Autumn Harvest di Fredrik S. Hana.
Premio della critica a Realité (Realtà) di Quentin Dupieux; menzione speciale per Goodnight Mommy di Veronika Franz.
Premio Citizen Kane opera prima per A Girl Walks Alone at Night (Una ragazza cammina da sola di notte) di Ana Lily Amirpour, menzione speciale a When Animals dream (Quando gli animali sognano) di Jonas Alexander.
Premio Noves Visions al film di finzione Han Gong-ju di Lee Su-jin e al documentario Non Fiction Diary (Diario non di finzione) di Jung Yoon-suk, menzione speciale per The Duke of Burgundy di Peter Strickland.
Premio Focus Asia: miglior film Mad Bad Sad (Pazzo, cattivo, triste) di Han Ji-seung, Kim Tae-Yong, Ryoo Seung-wan, menzione speciale per Hwayi: a Monster Boy (Hwayi: il ragazzo mostro) di Jang Joon-hwan.
Premi Animat: miglior film The Satellite Girl and Milk Cow (La ragazza satellite e la vacca da latte) di Chang Hyung-yun, miglior corto: Pineapple Calamari (Ananas Calamari) di Kasia Nalewajka, menzione speciale per Dinner for Few (Pranzo per pochi) di Nassos Vakalis.
Pnremio Brigadoo a Paul Naschy per Line Up (Allineare) di Alex Julia.
Premio Jurado Carnet Jove per A Girl Walks Alone at Night (Una ragazza cammina da sola di notte) di Ana Lily Amirpour e Cub (Ragazzo selvaggio).
Premio Midnight X-treme a The Houses October Built (Le case costruite in Ottobre) di Bobby Roe.
Premio Emergentes a Amor eterno di Marçal Forés.
Premio Esperimenta a The Tribe (La tribù) di Myroslav Slaboshpytskiy.
Premis Phonestatic Sitges Mobile Festival: al corto Sector Zero4 (Settore Zero 4) di Alfonso Garcia Lòpez. Premio del pubblico: Intrusos (Intrusi) di Ivan Mourin.
Premio Blood Window a The Stranger (Lo straniero) di Guillermo Amoedo.
Premis SGAE Nova Autoria a Puño y m etal (Pugno e metallo) di Victor Alonso della Universitat Pompeu Fabra, premio di sceneggiatura a Dinosaurios (Dinosauri) di Joaquim Barcelò della Universitat Ramon-Llull-Blanquerna Comunicaciò, premio per la musica a Alain Gòmez Reglà, Luis Daniel Gonzàlez per Pilato, Pilato d Roberto Russo della Escola de Cinema Bande à part.
Premi Sitges Cine365 Film a Gerardo Herrero e Carles Torrens.