58ma SEMINCI - Semana Internacional de Cine - Valladolid - Pagina 13

Stampa
PDF
Indice
58ma SEMINCI - Semana Internacional de Cine - Valladolid
Pagina 2
Pagina 3
Pagina 4
Pagina 5
Pagina 6
Pagina 7
Pagina 8
Pagina 9
Pagina 10
Pagina 11
Pagina 12
Pagina 13
Pagina 14
Pagina 15
Tutte le pagine

wajma---an-afghan-love-story cover uVincitore della sezione Punto de Encuentro della cinquattottesima edizione del SEMINCI di Valladolid e’ stato Wajma presentato in spagnolo col titolo Wayma – una historia afghana de amor (Wayma, una storia di amore afghana, 2013) prodotto da Afghanistan e Francia. La sceneggiatura era stata premiata al Sundance Festival. Diretto, scritto, fotografato, musicato dal quarantasettenne Barmak Akram, e’ un film con una vicenda che si identifica con la cultura afghana ma che e’ realizzato con una struttura narrativa piu’ occidentale dovuta al fatto che l’autore vive da anni a Parigi dove ha studiato Belle Arti. Il suo primo lungometraggio Kabuli kid (Il ragazzo di Kabul, 2008) ha vinto numerosi premi ed è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Akram e’ anche musicista, performer e compositore e si è dedicato ad esplorare la cultura afghana e la poesia persiana di cui e’ divenuto uno dei piu’ apprezzati studiosi in Europa. Questo per dire che tutta la poesia che riesce a trasfondere nel film nasce proprio da queste sue esperienze, realizzando il film con una lavoraziobe di oltre due anni perche’ ha voluto fosse opera completamente sua, un parto del suo modo di interpretare la comunicazione e l’arte. Sta nevicando a Kabul e un cameriere allegro e simpatico seduce senza troppa resistenza una bella studentessa di nome Wajma. I due iniziano una relazione clandestina, passionale e con grande trasporto, ma non possono dimemticare le regole religiose e sociali che hanno infranto, vivendo con un certo senso di colpa il proprio amore. Quando la ragazza rimane incinta è messa in dubbio la sua convinzione che sposerà Mustafa, mentre ormai in molti sanno della loro relazione. Suo padre deve scegliere tra il diritto a difendere l'onore della famiglia davanti agli occhi di tutti e l’amore sincero che ha per sua figlia. Non siamo di fronte ad un piagnucoloso melodramma ma ad un’opera che racconta una love story vissuta in una situazione, un mondo, una realta’ molto diversa dalla nostra. Wajma Bahar e Mustafa Habibi sono molto bravi, gli altri disegnano con credibilità i propri personaggi.
berlin 7Berlin - 7º (idem, 2013) e’ un onesto film sull’emarginazione dei rifugiati politici, degli irregolari, di persone che si trovano spesso ad affrontare paesi e lingue che non conoscono col timore di essere rispediti alla loro patria dove rischierebbero drammatiche punizioni. Diretto dal quarantenne iraniano Ramtin Lavafipour, nello sviluppo del film evidenzia il suo amore e la grande capacita’ espressiva che ha acquisito attraverso i suoi studi di fotografia. Non ancora ventenne aveva aderito all’Associazione dei giovani registi iraniani e ha completato i suoi studi. Nel 2008 ha fatto il suo debutto nel lungometraggio con Aram bash va ta hatf beshmar (Tranquillo, e conta fino a sette) presentato sempre a Punto de encuentro nella cinquantaquatresima edizione vincendo con merito la sezione delle opere prime e seconde. La guerra in Iraq conta molte vittime, tanti altri sparsi per il mondo sono rifugiati che patiscono dolori e vivono nell’incertezza del loro futuro. Atef, un prefessore di inglese, vive a Baghdad ormai da anni ed e’ apparentemente felice. Dopo una sparatoria che accidentalmente colpisce la moglie, prende con se la figlia e il figlio con problemi psichici per tentare di raggiungere Berlino ed iniziare una nuova vita. Il loro faticoso cammino è appena iniziato, Atef capisce che essere un rifugiato in un paese straniero non rappresentava la vita da sogno che lui aveva immaginato.  Anche la sua famiglia non è quella di un tempo, trasformata dal contatto con una realtà tanto diversa. Interpretato con equilibrio e bravura da Thom Bishops e Mostafa Zamani, attraverso l’esperienza di questa famiglia racconta il dramma di chi deve affrontare cattiveria da parte di mediatori che li truffano, dei problemi con le autorita’ per dimostrare di essere veri rifugiati, della paura di essere giudicati negativamente, della lotta ogni giorno per sopravvivere.

F.F.