58ma SEMINCI - Semana Internacional de Cine - Valladolid - Pagina 12

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58ma SEMINCI - Semana Internacional de Cine - Valladolid
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hogar hogarCome ogni anno, uno degli appuntamenti più attesi è la notte dei corti spagnoli presentati nell’ambito della rassegna Punto de Encuentro. Titoli che hanno avuto anche presenze in Festival internazionali, alcuni girati direttamente in inglese per evitare costi aggiuntivi per l’edizione internazionale. Sette cortometraggi diretti da Autori che spaziano tra i venticinque ed i sessanta anni, con varie presenze femminili. Il successo di questo paio d’ore di proiezione aumenta sempre più e, a causa dei solo trecento posti del Teatro Zorrilla, si è costretti a replicare almeno un paio di volte. Parlando con i direttori di Festival specializzati, l’invidia era facilmente leggibile anche se vi è anche l’ammirazione per chi, ogni anno presenta almeno una cinquantina di titoli quantomeno originali. I magnifici sette presentati in questa occasione non hanno deluso e dimostrano come questa forma cinematografica possa essere sempre più interessante, soprattutto per evitare che buone idee e potenzialità vengano disperse nei meandri della mancanza di finanziamenti. Hogar, hogar (Casa, dolce casa, 2013) del giovanissimo Carlos Alonso è divertente, imprevedibile, politicamente scorretto. Parla di un futuro prossimo, ma probabilmente molto vicino ai giorni nostri, dove una coppia, per salvarsi dalla Terra avvelenata, vive n un bunker attenti ad ogni rumore, pronti a difendersi. Lei vorrebbe un figlio, lui assolutamente no. Quando scarseggiano le provviste lui coraggiosamente esce allo scoperto e va a comperarli in un fornitissimo supermercato, strappando poi le etichette e sporcandosi di terra la tuta. Quando torna dalla moglie, tristemente le conferma che nulla è cambiato. Il marito vuole tenere solo per sé la moglie e non intende condividerla con un figlio né con amici: così facendo ha al suo fianco una prigioniera innamorata. Si ride ma in bocca rimane un sapore amaro.
Habitantes (Abitanti, 2013) è diretto dall’eclettica Leticia Dolera, trentaduenne catalana molto attiva come attrice di teatro e cinema ma anche brava danzatrice sia classica e moderna nonché cantante jazz e di musica leggera. Nel 2010 il suo corto A e B ha vinto il premio proprio a Valladolid. Viviamo come fossimo anestetizzati, immuni dal provare il dolore per gli altri, egoisti. La regista si domanda cosa accadrebbe se sparisse questa nostra difesa e cominciassimo a provare forti emozioni. Interpretato con bravura da José Luis Garcia Perez, fa pensare divertendo.
inside the boxInside the box (Dentro la scatola, 2013, Usa – Spagna) diretto da David Martín Porras non lascia indifferenti per quanto racconta e come lo racconta. Un agente di Polizia texano cerca di fermare una rissa e viene morso da uno dei contendenti; il ragazzo gli fa pena e non denuncia il fatto. Intanto, a casa non fa più all’amore con la moglie dopo che un mese prima lei ha partorito. Arriva a sorpresa agente della Polizia Fiscale che cerca di fargli confessare che un mese prima non aveva fatto il suo dovere omettendo di denunciare un caso così grave anche perché il feritore è affetto da AIDS. Giura che non era andata così, l’investigatrice gli fa fare gli esami di controllo e, quando lei esce, lui tristemente va in cantina dove ha una scatole con misteriose medicine che lui ingurgita con le lacrime agli occhi.
Meeting With Sarah Jessica (Incontro con Sarah Jessica, 2013), di Vicente Villanueva è divertentissimo, porta avanti ipotesi futuribili fantasiose ma possibili e, con un dialogo in cui emergono le rivalità tra le varie regioni spagnole, ha ricevuto molti applausi durante la proiezione. Una ragazza spagnola è la vincitrice di un concorso a cui hanno partecipato trenta milioni di donne e di gay il cui premio è una cena con nota star statunitense. La giovane ufficialmente è una sua fan e piano piano le fa capire che lei sa tutto di questa icona, compreso che è spagnola. La star inizia ad odiarla ma poi le racconta di Lady Gaga che in realtà sono quattro persone, che le Space Girls erano solo costruzioni visive, che i divi sono schiavi di perfide organizzazioni che decidono quello che devono o possono fare. Cinicamente poco convinta, vede la sua conterranea punita per avere detto alcune verità, che è malamente portata via dai suoi aguzzini.
meeting sarahPlumas (Piume, 2013) è un originale film noir in convivono ironia, sadismo, divertimento, violente scene di uccisioni. Quike Francés, a capo di una compagnia teatrale off il cui attore principale è anche il protagonista del corto, ha giocato con grande bravura su omicidi di serial killer, uno strano cacciatore che in casa alleva due galline ed esce con un uovo e la carabina, utilizzando il fragile elemento per spiaccicarlo contro il parabrezza di auto, facendola fermare, uccidendo il guidatore e scattando con la Polaroid una foto assieme alla vittima che pone in quadro a mo’ di trofeo. Ne uccide altri in questa maniera, scatta le foto ma, nel finale, si vede che ci sono almeno altri cento quadretti in attesa di una trofeo. Deliziosi i titoli di coda in cui il cacciatore ha come trofei di volta in volta regista, sceneggiatore, compositore delle musiche, costumista ripresi nella stessa posizione delle vittime del killer.

you meY otro año, perdices (E hai perso un altro anno, 2013) di Marta Díaz de Lope racconta della ipocrita festa di compleanno organizzata da una delle figlie per il compleanno della madre. Partecipano tutte le sorelle che si odiano e si sorridono in maniera falsa, i loro mariti più o meno succubi, una delle nipoti confessa di essere lesbica mentre la festeggiata, in maniera impassibile, fa finta di non accorgersi di nulla e si gode la festa mentre la padrona di casa, dopo la rivelazione della figlia, sa di avere perduto per sempre la possibilità di essere leader in famiglia. Gag da comiche, melanconia che racconta in maniera perfetta la falsità di famiglia fatta da parenti serpenti.You and Me (Tue d io, 2013) di Rafa Russo è forse il più riuscito, con un tono giocosamente, ma anche tristemente autobiografico. L’esperto regista ha spiegato che nella situazione raccontata molti suoi colleghi si sono identificati. Un regista non di successo ma che si sente molto creativo, è ostacolato dalla moglie che vorrebbe facesse un lavoro serio. Casa ipotecata, la donna che, al posto del corto, preferirebbe comperare una lavastoviglie, il ricatto dei figli che non hanno niente da vestire. Quando lui decide di andare via di casa, tutto cambia, lei gli permetterebbe di girare il corto che lui, in realtà, aveva già realizzato di nascosto. Realmente esplosivo come battute, poggia sui dialoghi perfettamente interpretati da Anna Casas e Mark Shardan.

F.F.