Roma durante l’occupazione nazista. Gli americani stanno per arrivare gli scontri di Porta San Paolo sono terminati da poco e i nazisti (settembre 1943) stanno confrontandosi con i continui attentati della Resistenza.
Per una coincidenza drammatica sue ufficiali tedeschi sono uccisi dai GAP proprio davanti all’immobile in cui sette amici stanno festeggiando il compleanno della moglie di uno di loro. Piomba in casa un ufficiale delle SS e pretende gli siano consegnati due ostaggi da inviare al campo di prigionia o fucilare. Inizia in questo modo un dramma in cui ciascuno dei presenti tenta, senza riuscirci, di sottrarsi alla grama sorte che potrebbe attenderlo. La vicenda sarà sciolta dal militare nazista che, forse impietosito dalla pusillanimità dei sequestrati, deciderà di lasciarli tutti in vita rinunciando alla consegna deli ostaggi. Il testo del pluripremiato spettacolo francese Le repas des fauves, tra i maggiori successi delle ultime stagioni parigine, arriva in Italia con l’adattamento firmato da Vincenzo Cerami, ma con due gravi lacune: una regia debole, quasi inesistente, e un parco d’interpreti che dire scadente è dire poco. Due pecche che indeboliscono oltre il lecito un testo che sulla carta di annunciava promettente e che, invece, si mostra ripetitivo e poco interessante.