E’ abbastanza raro che un testo teatrale nasca da un film e non viceversa. Sangue matto (Verrücktes Blut) trae origine dal telefilm franco – belga La Journée de la jupe (La giornata della gonna, 2009) di Jean-Paul Lilienfeld (1962), programmato prima in televisione su Arte, poi uscito in sala.
Il passaggio dallo schermo al palcoscenico ad opera dei tedeschi Nurkan Erpulat e Jens Hillje, il primo di origine turca, ha marcato una serie di cambiamenti rispetto al copione originale. E’ sparito l’assedio da parte dalla polizia e, con esso, la figura dell’agente – negoziatore. Allo stesso modo l’immagine della professoressa che sequestra una parte degli alunni della sua classe nel tentativo di insegnare loro qualche cosa è focalizzata non tanto sulla persona quanto sul testo teatrale, I masnadieri (Die Räuber, 1781) di Johann Christoph Friedrich von Schiller (1759 – 1805), che lei propone come esempio di vita valido ancor oggi. Allo stesso modo la strage finale esaspera l’omicidio singolo con cui si chiudeva il film. Una professoressa di una turbolenta classe di periferia sequestra una pistola ad un alunno e con l’arma in pugno minaccia e ottiene l’attenzione degli altri studenti che, finalmente, la rispettano e ne sono soggiogati. La messa in scana per la regia Elena Gigliotti allinea canzoni, note e meno, note e muove gli attori in sequenze che in non pochi casi mimano delle vere e proprie danze, oltre a far iniziare lo spettacolo sin dal foyer ove i ragazzi si azzuffano quasi fossero all’ingresso di una vera scuola. Da tutto questo nasce uno spettacolo del tutto indipendente dal testo di partenza, bello e tiratissimo con un gruppo di giovani attori che non risparmiano energie per rendere credibili i loro personaggi. Meno necessaria la scelta di fa parlare alcuni di loro con forti accenti dialettali sminuendo, in questo modo, il valore universale della proposta.