Il Trio Lescano è stato un gruppo vocale femminile composto di tre sorelle ebree - Alexandrina Eveline (Alessandra), Judik (Giuditta) e Catharina Matje (Caterinetta) Leschan – nate in Ungheria e crescite in un circo in Olanda che ebbero grande fama fra il 1936 e il 1943 cantando in italiano dai microfoni dell’EIAR, la progenitrice della RAI. Dopo la guerra, nel 1946, Catharina Matje lasciò il gruppo e fu sostituita da Maria Bria. Il nome Lescano nacque dall’italianizzazione forzata del loro cognome. Divennero famose con canzoni come Tulipan, La gelosia non è più di moda, Ma le gambe, Non dimenticar le mie parole e Maramao perché sei morto? segnate da un ritmo che richiamava lo swing americano, all’epoca proibito al pari del jazz.
Indipendentemente dalle loro intenzioni incarnarono una sorta di contraltare alla retorica fascista imperante, tanto da essere bersagliate da una censura più stupida che occhiuta. Dopo l’emanazione delle leggi razziali (1938) ebbero qualche difficoltà, tanto che intervenne lo stesso Benito Mussolini per metterle al riparo, facendo concedere loro la cittadinanza italiana. Il vero dramma esplose, per loro e per tutti gli ebrei, dopo l’8 settembre del 1943, con la caduta del regime e la stipulazione dell’armistizio di Cassibile fra l’esercito italiano e gli Alleati. Arrestate durante un’esibizione al Teatro Grattacielo di Genova e rinchiuse nel carcere di Marassi, furono costrette a fare da interpreti – conoscevano bene il tedesco – durante gli interrogatori ai detenuti politici e ai partigiani. Questi complessi e drammatici eventi sono rivissuti in La leggerezza del Trio Lescano sia attraverso la riproposizione dei loro successi, sia in un racconto i cui l’ironia dei tempi felici - la censura, la boria dei funzionari di regime – si unisce all’intensa drammaticità dei giorni successivi all’uscita dalla prigione, la latitanza in una pensioncina di Valtournenche mentre tutt’intorno infuriano razzie e massacri. Quella del Teatro Nudo è una proposta di grande livello che mescola lievità e dolore in una miscela compatta e commuovente. Alla fine dello spettacolo, la sera della prima al Teatro Eleonora Duse di Genova, c’era anche la cantante spagnola Maria Bria che, nel dopoguerra, permise la ricostituzione del Trio dopo l’abbandono di Catharina Matje. Oggi è una signora di ottantotto anni e la sua presenza ha aggiunto un tocco di verità a una storia drammatica e dolorosa.