La Compagnia Mario Baistrocchi compie cent’anni e sceglie di celebrare la storica ricorrenza con Bella se vuoi venire 2013, viaggio meta-teatrale in un secolo di rappresentazioni goliardiche all’ombra della Lanterna (sempre a scopo di beneficenza), tra lustrini, sghignazzi, ospiti illustri e molta scorrettezza. Una sorta di auto-omaggio (il titolo è ripreso dalla rivista andata in scena nel 1923), una festa debitamente coreografata attraverso cui proporre, immutato e immutabile, lo spettacolo della Bai: ovvero il fuoco di fila di sketch a sfondo rigorosamente genovese alternati a quei celebri numeri musicali, ispirati di volta in volta al balletto classico o al vaudeville, che vedono impegnati danzatori en travesti.
Al solito, si ride grasso. L’umorismo, in aderenza alla spirito goliardico, è volutamente greve, con l’accumulo di calembour, doppi sensi e ammiccamenti: si gioca col triviale e molto dipende dalla partecipazione del pubblico, chiamato a interagire con i comici durante le gag o a fare letteralmente il tifo per le ballerine, che con le loro movenze impacciate e i fisici spesso sgraziati assicurano un divertimento piuttosto liberatorio. Nel calderone satirico, a essere colpite sono soprattutto le autorità locali – dal sindaco Marco Doria al presidente della Regione Claudio Burlando, per non parlare dell’ex primo cittadino Marta Vincenzi - rappresentanti di quell’establishment, politico e non, cui la Compagnia da sempre si impegna a fare sarcasticamente il contropelo. Le gigantografie delle locandine del passato intramezzano così scherzi acidi sulla stretta attualità, creando quel contrasto, acuito peraltro dai numeri musicali da rivista primo-novecentesca (si segnala il recupero di Venere 2000, reso celebre al cinema da Maria Grazia Buccella nel Basta guardarla di Luciano Salce), che costituisce molto del fascino nostalgico della Bai. Gran finale con lo scatenato can can sulle note di Jacques Offenbach e l’apertura di una magnum piena di coriandoli con cui battezzare gli spettatori, tutti in piedi per l’inno della Compagnia che accompagna la chiusura del sipario.