Il legame fra palcoscenico e mondo scolastico data da lungo tempo, basti pensare alle famigerate recite natalizie o di fine anno, quello fra teatro e prigione ha origini più recenti, ma anch’esse consolidate, si pensi alla compagnia teatrale del carcere di Volterra. L’idea vincente del Teatro dell’Ortica è stata collegare queste due esperienze in un progetto ad ampio respiro, uno dei cui esiti è stato lo spettacolo Viaggio in quattro passi realizzato sotto la direzione di Anna Solaro.
E’ una proposta in due tempi che si fondono in un finale giocoso e ricco d’emozione. La prima parte è affidata ai giovani della scuola elementare Daneo e ruota attorno all’ipotesi del viaggio come esperienza possibile, percorso sognato di affrancamento e ingresso nel mondo reale. La seconda è affidata quasi per intero ad alcuni detenuti della sezione maschile nel carcere di Pontedecismo e racconta del mondo dome sogno di libertà, fantasia che supera i pochi metri quadrati in cui si è costretti. Nel finale i due momenti si fondono in una sarabanda festosa che vede galeotti, alunni, insegnanti, parenti festeggiare assieme un orizzonte di speranze. Nel complesso lo spettacolo calibra bene ironia e dolore, sogno e consapevolezza del reale. E’ un manifesto più che riuscito di un progetto d’immersione nel vero e di speranza che regge molto bene la realtà del palcoscenico, luogo ideale ove i sogni assumono fisicità senza perdere forza fantastica. Certo, una proposta di questo tipo sfugge a ogni possibile classificazione di tipo critico – tradizionale e deve essere valutata come parte importante, ma pur sempre parte, di un progetto di ampie dimensioni e di tempi lunghi di attuazione. Pur tenendo conto di questo è possibile esprimere un giudizio più che positivo su quanto visto in teatro.