Non è un mistero che Ken Loach stia da sempre con gli sfruttati e, film dopo film, ne denunci le sofferenze. In Sorry we mised you (Scusa ci sei mancato, frase che apre i foglietti che alcuni corrieri inglesi lasciano sulla porta dei clienti che non trovano) ci parla dei lavoratori che consegnano i pacchi spediti dalle multinazionali dell’e-commerce.
Postini che credono di svolgere un lavoro autonomo , ma che altro non sono se non schiavi moderni. Ricky, Abby e i loro due figli, l'undicenne Liza Jane e il liceale Sebastian, vivono a Newcastle nel nord dell’Inghilterra, sono una famiglia unita che va in crisi quando il padre decide di comperare un furgone per entrare in un’azienda che consegna pacchi postali e per farlo ha bisogno di 1.000 sterline. Per recuperarle vende l’auto della moglie, che fa assistenza domiciliare a persone anziane e disabili, costringendola ad usare i mezzi pubblici per spostarsi. Il lavoro si dimostra quasi subito come una forma di vessazione, impone orari massacranti che non contemplamo neppure il diritto ad andare in bagno, la situazione precipita quanso una banda di deliquenti tende un'imboscata a Ricky, gli ruba i pacchi che sta condgnado, lo picchia e distrugge la preziosa macchinetta che documenta e accompagna il suo lavoro. Lungi dal ricevere solidarietà dai suoi padreoni, il capo gli addebita la giornata persa e gli chiede di ripagare a caro prezzo il meccanismo distrutto. Dolorante e ancora sanguinante Ricky ritorna al lavoro nonostante i familiari tentino in ogni modo di fermarlo. Dopo aver denunciato la condizione meschina di ospedalieri e ferrovieri, messi in ginocchio dalla politica thatcheriana, questo regista si avvicina ora alla classe media (i protagonisti del film vivrebbero bene se non volesseo comprare la casa che abitano) denunciando come anch'essa sia vittima di un sistema sociale ed economico che fa dell'uomo una merce facilmente sostituiile. A poco più di cento anni dalla morte di Karl Marx e proprio nel paese da cui il filosofo tedesco aveva tratto la materia per le sue osservazioni, fa piacere che un cineasta dimostri di non averne dimenticato la lezione.
http://youtu.be/ysjwg-MnZao